venerdì 26 dicembre 2008

Fred Maida e Vesdan: l'auto intervista possibile...







29 dicembre, ultimo giorno della mostra “Il baratto dell’artefatto” allestita da Fred Maida e Vesdan al teatro Masciari di Catanzaro. L’esposizione, che ha registrato finora un buon successo di pubblico, si caratterizza per una duplice concezione del modo di vivere l’arte: quella per cui l’artista letteralmente “baratta” le proprie creazioni, scambiandole con qualunque altra cosa decida il visitatore (Fred Maida); e l’altra che prevede la determinazione del valore dell’opera a seconda delle condizioni e dei gusti dell’acquirente (Vesdan). “DA CIASCUNO SECONDO LE SUE POSSIBILITÀ, A CIASCUNO SECONDO I SUOI BISOGNI” è il principio adottato dai due giovani artisti catanzaresi con i quali abbiamo tentato, con risultati alterni, una possibile intervista. Come nasce, ad esempio, il titolo della mostra? «L’arte del baratto, il baratto dell’arte e il baratto dell’artefatto, artefatto inteso come fatto dalla mano dell’uomo, ma anche come inganno dell’uomo per cui in realtà noi inganneremmo - parte Fred Maida -. Comunque, siamo contenti per chi è venuto a trovarci: non solo addetti ai lavori ma anche l’U.d.S (l’uomo della strada)». Ma chi viene al Masciari cosa trova nella mostra? «Chi entra ha un contatto con una piccola parentesi che vuole sottolineare alcune cose: diamo importanza non solo al contenuto ma anche al contenitore artistico, non solo all’interno dell’opera ma anche al contesto che la circonda, al modo con cui veicolarla all’esterno, dal contesto espositivo al mondo di commercializzarla e distribuirla» prosegue Fred, giocando con della plastica di una delle sue opere. Qual è il vostro modo di intendere l’arte? Risponde Vesdan: «Il nostro progetto non si limita a collocare le creazioni lì dove sono ma rappresenta un modo diverso di vedere l’arte che vorremmo trasmettere al pubblico. C’è un principio vitale artistico nella vita dell’arte, un principio di autodeterminazione e di moderazione, di capacità di scegliere e capire il valore delle cose senza che nessuno lo faccia al tuo posto». E come risponde la gente? «Non è facile per i visitatori valutare il valore dell’opera. È una operazione ambiziosa per la quale l’arte non è quello che abbiamo visto ma è quello che vediamo, non è solo quello che ci dicono ma quello che diciamo: nel momento in cui io penso, dico e vedo, c’è arte. Non è solo un discorso sull’arte ma anche su sé stessi» Intanto Fred parla al telefono di una cena a base di cous cous e appena terminata la conversazione, racconta: «Questa qui è una mostra nomade perché i pezzi si spostano, se ne vanno, vengono rimpiazzati: è un brodo primordiale di oggetti in continua ebollizione. Le mie opere sono definitive finché non si rompono, qualunque cosa si butta o è inutilizzata la recupero e ne realizzo un assemblaggio. Mi sento come un autore che dà un indizio, una traccia. Non c’è nulla di predeterminato, tutto può mutare». Per chi viene più volte in questo spazio artistico parallelo sembra che tutto cambi, si muova, prenda vita. Al discorso si aggiunge Alessandro Badolato, visitatore amico che alla vista del registratore non si perde d’animo ma alimenta ancora di più lo spirito dei due espositori. «Mi piace l’idea del baratto - dice- è un concetto antico ma molto attuale che rischia di perdersi». E azzarda un paragone per spiegarsi: «Amo passare il natale in famiglia, una cosa che si sta perdendo, si perde il senso della festa: la stessa cosa è per il baratto, un valore che voi avete riportato in auge». Riparte Vesdan: «A me interessa il rapporto della persona col denaro: “a ciascuno secondo le proprie possibilità”. Il valore non è una cosa oggettiva soprattutto nell’arte altrimenti si esagera come il calciatore strapagato milioni di euro. È il mercato che stabilisce il valore dell’oggetto mentre da noi, qui e ora, è l’individuo, il singolo soggetto, consapevole delle proprie disponibilità». Il colloquio prosegue passando da desideri più o meno impossibili («Quante cose immaginate non siamo riusciti a realizzare per nulla o per come le avevamo pensate») a colte citazioni («“Le mie opere sono la cenere della mia arte”» ha, più o meno, detto Yves Klein») fino al mito della caverna di Platone («Le persone si fermano alle ombre proiettate sul muro dalla luce di un fuoco; noi siamo, a volte, come la luce che proietta le ombre e inganna la gente, siamo fuori dalla realtà ma torniamo dentro a dire che in realtà si tratta di artefatti e vogliamo raccontarlo perché a volte non ci credono»). Poi Badolato interviene con un frase destabilizzante: «L’arte non è per tutti e ciò non è sbagliato»! Vesdan insiste nel voler squilibrare il lato commerciale: «Abbiamo un sistema del mercato dell’arte che gestisce in maniera conforme il senso e il piacere dei potenziali clienti: si crea un falso bisogno per cui l’opera non ha alcun valore se non quello di un prodotto di investimento: se l’arte muore nel momento in cui non viene capita, peggio ancora è quando viene mercificata».

Ultima domanda: L’arte è capita? L’artista ha il dovere di guidare il curioso, il visitatore, l’appassionato?

Vesdan: «Abbiamo tolto i cartellini coi nomi, le misure e le tecniche delle opere; chi viene ha un opera nuda, senza parametri o informazioni dirette per cui sei costretto a parlare con l’artista. Siamo qui per relazionarci, col professore dell’Accademia e col semplice passante: siamo dell’idea che si deve parlare per far conoscere meglio il proprio pensiero: limitandoci al quadro spesso si parla di tutt’altro».

venerdì 19 dicembre 2008

PAROLE CHIAVE: GALLIDELLA LOGGIA A CATANZARO


Ernesto Galli della Loggia, intellettuale e firma del Corriere della sera, è stato l’ospite del terzo appuntamento di Parole chiave, la rassegna culturale ideata e presentata da Raffaele Gaetano e tenutasi presso l’auditorium dell’Itis di Catanzaro. Protagonista dell’incontro la parola “Storia” di cui i due interlocutori hanno discusso di fronte un pubblico attento e composto in larga parte da giovani. La prima domanda è stata proprio sul significato del termine. «La “Storia” ragiona sui fatti per capirne la concatenazione e le cause. È tipico della cultura occidentale e spiega il mondo in cui viviamo per intervenire con azioni concrete - esordisce Galli della Loggia - e dovrebbe far parte del bagaglio civico di ogni persona. Ha una funzione etica perché studia il problema del “potere”, la lotta dei vari gruppi umani per ottenerlo, come e per quali fini praticarlo». Gaetano chiede un giudizio sui manuali italiani. Per il giornalista romano «i testi servono alla scuola per dare una prima formazione elementare anche perché senza idee e valori, i fatti diventano cronaca». Pensare, però, ad un racconto degli avvenimenti oggettivo è pura illusione: «La “Storia” è stata inventata per essere usata a fini politici, non esiste la neutralità. I nostri libri sono stati lo specchio delle ideologie dominanti in determinati periodi del paese». Della Loggia parla dell’Italia come di un «paese “mosso”: nei suoi valori di fondo è conservatrice, tant’è che la Destra ha un margine elettorale numericamente superiore; ma la cultura è sempre stata appannaggio della Sinistra». «E i mass media riequilibrano la differenza?» incalza Gaetano. «Non direi - risponde - su sette canali solo un è sfacciatamente filo Berlusconiano, basta osservare i programmi giornalistici di Mediaset: il successo dell’attuale Primo ministro non è dipeso dalle televisioni ma è dovuto al fatto che è un animale elettorale. Saper governare, però, è un altro discorso». Il colloquio prosegue sull’evento storico più importante degli ultimi decenni («L’abbandono da parte della Cina dell’economia collettivistica, un passaggio epocale che sconvolgerà gli equilibri mondiali») e sul concetto di nazione. L’autore de “La morte della Patria”, pamplhet che ha fatto molto discutere negli anni ’90, ricorda «il settennato presidenziale di Carlo Azeglio Ciampi durante il quale è stato riproposto con forza il tema dell’unità nazionale: dopo il fascismo in tutta l’Europa occidentale il tema della Patria è stato oscurato mentre ad Est, liberi dal blocco sovietico il nazionalismo si è espanso: c’è una forte discrasia nel vecchio continente». Ma cosa significa oggi essere italiani? «“La nazione è un plebiscito di tutti i giorni” – dice Galli della Loggia citando il filosofo francese Ernest Renan – ma è una domanda da porre a tutti gli italiani. Abbiamo condiviso gli stessi avvenimenti, la religione la gastronomia: pensiamo alla diffusione dell’olio d’oliva meridionale, del panettone milanese o all’orario dei pasti. Oggi c’è diffidenza verso l’identità nazionale perché sembra dividere le persone invece la reputo indispensabile per una moderna integrazione: oggi occorre far diventare italiani quelli che vengono nel nostro paese». Gaetano obietta sottolineando il successo della Lega Nord. Il discorso si fa più complesso: «Insegno in Brianza, nel cuore del Leghismo. Il partito di Bossi non è solo cravatte verdi e parole incendiarie: prende voti perché da voce a chi protesta contro l’eccessivo carico tributario senza ottenere nulla in cambio: in Lombardia, che produce da sola circa il 20% del Pil italiano, mancano infrastrutture e servizi essenziali. Nelle piccole e medie comunità, poi la maggior parte dei dipendenti pubblici sono meridionali: ciò provoca disaffezione tra i locali. Secondo voi, cosa succederebbe se in Calabria ci fosse una invasione di gente che parla i dialetti del Nord». Infine un accenno alla ‘ndrangheta: la mancanza di Stato ha favorito la criminalità organizzata? «Abbiamo imparato a leggere e scrivere, a camminare su strade asfaltate e ferrovie, a curarci gratuitamente negli ospedali grazie allo Stato. Se non si conduce un battaglia seria e determinata contro la criminalità è anche perché i cittadini delle regioni del Sud non lo chiedono. Ordine pubblico e sviluppo economico camminano di pari passo».

venerdì 12 dicembre 2008

Laura Curino a Catanzaro


Peccato per chi non c’era. Peccato per chi ha perso “Camillo Olivetti”, lo spettacolo di Laura Curino dedicato alla vita dell’imprenditore piemontese e di scena, ieri sera, al teatro Masciari di Catanzaro. In giacca e pantaloni neri, sui quali spiccava l’intenso rosso dei capelli, la Curino trascina lo spettatore in un racconto che sembra inventato ma che invece è straordinariamente reale. L’uomo che ha creduto nella fabbrica di macchine da scrivere è protagonista di una esistenza ricca di avvenimenti. Figlio di ebrei borghesi, dopo l’esperienza del collegio a Milano e superato il ginnasio a pieni voti, Camillo (in omaggio al conte di Cavour) consegue la laurea in ingegneria, parte per gli Stati uniti d’America, dove sarà assistente di Elettrotecnica alla Stanford University in Californiana, e vive una serie di esperienze che lo segneranno per sempre (grazie anche alla conoscenza di persone come Thomas Edison). Torna in patria pieno di progetti e si lancia prima in una attività per la fabbricazione di misuratori elettronici (la C.G.S., Centimetro, grammo, secondo) per poi dedicarsi interamente all’opera che gli darà fama internazionale. La Curino racconta gli eventi attraverso la testimonianza di due donne fondamentali nella vita dell’inventore. Innanzitutto, Elvira Sacerdoti, la mamma di Olivetti che da Modena («Città dell’utilità e del diletto») si trasferisce ad Ivrea («mai particolarmente amata»). Dopo la morte del marito, a chi gli chiedeva perché il figlio crescesse come un “vitello slegato”, lei, insegnante di lingue, rispondeva così: «La parola “vino” è tradotta in modo simile perché è uguale dappertutto, ma “bambini” o “childrens” o “enfants” o “ninos” sta a significare che ciascuno li fa per come è capace). L’altra donna è la moglie Luisa Revel, l’amore di una vita, l’unica capace coi suoi silenzi di tranquillizzare quella furia umana. Nel mezzo la nascita dei cinque figli (tra cui Adriano, colui che prenderà in mano le redini dell’impresa e al quale Camillo dirà: “Tu puoi fare qualunque cosa tranne licenziare qualcuno per motivo dell’introduzione di nuovi metodi perché la disoccupazione involontaria è il male più terribile che affligge la classe operaia”!); l’impegno politico a favore del Partito socialista, e il senso del lavoro e del sacrificio per un uomo che non amava separare l’attività intellettuale da quella pratica («Dai in mano l’impresa ad un ingegnere e cesserà di esistere!»). Laura Curino racconta l’epopea di Camillo Olivetti con viva partecipazione; riesce a non stancare mai l’ascoltatore aiutandosi con la mimica e i cambi di tonalità necessari per interpretare i vari personaggi. Cattura il pubblico quando spiega la nascita, nel 1907, della “Ing. C. Olivetti & C.”, e l’Esposizione internazionale di Torino del 1911 durante la quale gli operai di Camillo saranno i protagonisti portando a termine il prototipo della M1. Coinvolge il pubblico interrogandolo su chi ha inventato cosa («Chi ha inventato la radio? E la pila? E la locomotiva? Bravi, siete preparati!») e conclude declamando alcuni passi del libro edito da Baldini Castaldi Dalai dedicato all’uomo che è riuscito a coniugare bellezza e utilità, produzione e rispetto per il lavoratore. E la cui invenzione più importante, la Lettera22, è tuttora esposta nella collezione permanente di design al Moma di New York.

Sciopero Cgil a Catanzaro

«La Cgil non si fermerà fino a quando non vedremo risultati concreti; andremo avanti nella nostra battaglia perché c'è in gioco il futuro di milioni di lavoratori e di famiglie italiane». Raffaele Mammoliti, segretario regionale Cgil Calabria, conclude così la manifestazione organizzata a Catanzaro, alla quale hanno preso parte alcune centinaia di persone che hanno coraggiosamente affrontato un vento sferzante a tratti accompagnato da una pioggia fastidiosa. In piazza Prefettura ci sono pezzi della sinistra locale, da Rifondazione comunista al Partito dei comunisti italiani, dal Partito comunista dei lavoratori fino alla Sinistra democratica. Si scorge anche il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza. È un susseguirsi di volantini che attaccano, senza remore, le misure del Governo Berlusconi come la stretta su salari e pensioni che ha portato alla "misery card" (la Social card di Tremonti, ndr) con la quale sono destinate alle persone più povere circa "1,33 euro al giorno". Ma s'incitano pure gli operai, di qualunque provenienza politica, ad unirsi per "licenziare gli industriali" e "nazionalizzare le aziende in crisi a difesa del posto di lavoro". Non mancano gli studenti e i precari, tra i primi ad intervenire sul palco dopo il minuto di silenzio dedicato agli operai morti suoi luoghi di lavoro. Saverio, impiegato in un call center, parla di «trattamenti poco dignitosi nei confronti dei lavoratori, costretti a subire i licenziamenti senza che qualcuno ne sappia spiegare i motivi». Paolo, invece, rappresenta gli universitari, accompagnato da uno striscione che recita "Basta concertazione, rialziamo la testa": «La città è passiva e insensibile a quanto sta accadendo – dice – pur nella consapevolezza della condizione lavorativa che ci spetta perché sempre più spesso ci ritroviamo tra un libro e una postazione di call center, tra un vocabolario e un pacco di volantini da distribuire». Legge un documento nel quale elenca i guasti delle leggi Tremonti e Gelmini e conclude con una rivendicazione: «Quella di una esistenza più dignitosa, imponendo i nostri bisogni sociali, abitativi, occupazionali e formativi che non possono e non devono essere subordinati al profitto di pochi». A prendere la parola è, poi, Alfredo Iorno, Segretario generale Catanzaro – Lamezia, il quale dopo aver ringraziato i coraggiosi che hanno partecipato nonostante le condizioni climatiche proibitive, ribadisce le ragioni di una iniziativa «voluta per incalzare il Governo a prendere provvedimenti che tutelino le fasce più deboli della popolazione e che non mirino solo a tagli di bilancio che penalizzano situazioni già in crisi». Manifesta anche per quei sindaci che «a causa delle riduzioni di spesa non potranno garantire servizi essenziali» e per preservare un «Welfare universale che riconosca i diritti di tutti, dagli studenti ai pensionati». Iorno ha parole di conciliazione nei confronti di Cisl e Uil «perché i valori in cui crediamo vanno difesi insieme» e promette che «la Cgil non abbandonerà mai la battaglia per tutelare i diritti civili». Le conclusioni, come già scritto, toccano a Raffaele Mammoliti: «E' in piazza l'Italia democratica, protagonista di una manifestazione pacifica, ordinata e corretta, con la quale chiediamo al Governo un netto cambio di rotta». «I rinnovi contrattuali sono stati una miseria e tanti lavoratori non hanno più un impiego garantito. Berlusconi invita ad avere fiducia, ma noi gli chiediamo: in che cosa? - chiede Mammoliti che aggiunge - Possibile che solo la Cgil si pone domande del genere?» Il segretario regionale attacca Sacconi e il suo Libro verde («Un attentato alla sanità e all'assistenza sociale») e riprende il discorso sulla scuola: «Mentre a Platì si inaugura l'anno scolastico, si vuole smantellare la scuola pubblica che rappresenta un presidio democratico: ci opporremo con ogni forza». «Ci batteremo contro i provvedimenti iniqui, deboli, una tantum e che non danno risposte serie come la Social card – prosegue Mammoliti – ma anche in Calabria, per quanto alcune scelte della Giunta ci appaiono ragionevoli, continueremo l'attività di controllo e stimolo, soprattutto per una razionale, seria ed equilibrata gestione dei fondi europei. Il nostro obiettivo è dare una prospettiva ai nostri giovani, dare corpo ad un progetto in cui le nuove generazioni si possano riconoscere»

domenica 30 novembre 2008


Un momento del convegno. Si distinguono Rubettino, Scerbo, Campi, Ferro, Aiello, Grillo e Scaramuzzino al microfono.


Catanzaro - «Dopo Tangentopoli dovevamo vivere un momento di catarsi, la rinascita della politica buona e pulita. A distanza di quindici anni si può tracciare un primo bilancio storico e dire che non tutto è stato realizzato per come immaginato». Parole del catanzarese Alessandro Campi, docente di Storia del pensiero politico all'Università di Perugia, tornato in città per la presentazione del suo ultimo libro “La Destra in cammino. Da Alleanza nazionale al Popolo della libertà”. L’incontro, avvenuto presso la Casa delle culture, è stato coordinato da Aldo Costa dell’associazione Notus, introdotto da Florindo Rubettino, editore del libro, e ha visto protagonisti, tra gli altri, Alberto Scerbo e Valerio Donato dell’università “Magna Graecia” di Catanzaro, Manuel Grillo dell’associazione culturale "Settecolori", il consigliere regionale Piero Aiello, l’assessore Nicola ventura in rappresentanza dell’amministrazione comunale, e il presidente della provincia Wanda Ferro. «Si voleva cambiare la classe politica, i sistemi decisionali, le forme dei partiti e invece ci si è persi dietro discussioni interminabili su concetti che non ci appartengono o in cui nessuno crede sino in fondo. Ecco perché monta il risentimento nei confronti di una politica che non piace più» aggiunge un Campi emozionato per la presenza di amici e tanti concittadini. Ma perché tutto ciò? Perché la situazione è degenerata? «Il discorso è trasversale - dice lo storico -: la politica non mai ha fatto veramente i conti col proprio passato. Gli ex comunisti e gli ex fascisti da un parte hanno cancellato la propria identità originaria con un colpo di spugna identificandosi in nuovi progetti, dall’altro hanno provocato rivendicazioni estremistiche e furenti ma pur sempre senza alcuna elaborazione politica». La conclusione per Campi è prendere coscienza della situazione per uscirne: «Non so se Pd e Pdl siano la soluzione giusta ma i cittadini hanno scelto il bipolarismo per cui abbiamo l’obbligo morale di proseguire sulla strada intrapresa. Il bipolarismo, però, funziona se ha soggetti politici ben strutturati e radicati sul territorio, con una forte democrazia interna, capaci di intercettare le esigenze della comunità ma anche di guidarla: partiti veri insomma e non semplici cartelli elettorali. Finiamola con l’equivoco per cui chi sta dentro un partito lo fa per una esigenza del momento e non perché ci crede veramente: occorre un serio cambio di mentalità e decidere, una volta per tutte, di voltare pagina». Prima del professor Campi, sono intervenuti i suoi omologhi dell’università “Magna Graecia” i quali si sono soffermati su alcuni aspetti del bipolarismo e del rapporto tra i partiti. «La distanza tra destra e sinistra è molto rarefatta - ha detto, ad esempio, Alberto Scerbo - segno della perdita di identità delle due parti. Spesso inseguono le mode del momento, penso alle privatizzazioni, al maggioritario o alle riforme costituzionali, ma senza fare un ragionamento più complesso e sistematico». «Il fondamento del nostro paese sono gli articoli 2 e 3 della Carta costituzionale - ha aggiunto Valerio Donato -, vale a dire il rispetto e la dignità della persona umana: i partiti devono riscoprire il valore etico della politica».

Laragioneiltempo.it


Da sx.: Fausto Piane, Carlo Scalfaro e Luigi Ciambrone.

Catanzaro - L'associazione politico culturale "La ragione e il tempo" ha presentato a Catanzaro, presso la sede del Pd in via San Nicola, il proprio sito internet (www.laragioneiltempo.it) alla presenza di simpatizzanti e membri del neonato sodalizio nonché del presidente, Carlo Scalfaro, del responsabile web, Fausto Piane, e del vicepresidente Luigi Ciambrone. «Consideriamo il sito internet un importante strumento di comunicazione con la cittadinanza innanzitutto per diffondere le iniziative che l'associazione sta svolgendo o intende svolgere nel prossimo futuro - ha esordito Scalfaro -. Ma vogliamo fare anche un ragionamento più ampio, una riflessione su come favorire il confronto di idee e soddisfare le tante domande e le esigenze degli stessi cittadini». «Mai come oggi, in un periodo in cui il mondo corre piuttosto veloce, viviamo il problema della interrelazione sulle questioni inerenti la democrazia: se le decisioni e le scelte devono essere rapide e adeguate ai tempi, Internet favorisce la partecipazione immediata e può aiutare a superare la discrasia tra la necessità di decidere subito e il consenso, o il dissenso, che la gente di volta in volta esprime» ha concluso il presidente. Fausto Piane ha spiegato alcuni aspetti pratici delle pagine web: «In base alle necessità dell'associazione e dei possibili visitatori, abbiamo realizzato un sistema interattivo che consenta agli utenti registrati di poter interagire attraverso l'invio di articoli, documenti, suggerimenti e proposte. Il sito è facile, intuitivo e altamente fruibile; in home page, ad esempio, sotto il logo de “La ragione e il tempo”, c'è una barra dei menù con le sezioni che abbiamo ritenuto importanti: “attualità”, “appunti di storia”, “rassegna stampa”, “forum”, “blog”, “foto e video”». Nel "Chi siamo", poi, è possibile consultare l'atto costitutivo e lo statuto del sodalizio anche se la vera chicca è la sezione dedicata ai ragazzi, curata da Francesco Santopolo e da Alessia Piane. «È una sfida, nata per dare spazio ai giovanissimi che hanno voglia di esprimere il loro punto di vista sulla società in cui vivono - ha detto Piane -. Si tratta di un vero e proprio sito nel sito in cui verranno riportati articoli scritti in maniera più elementare, sì da essere comprensibili anche ai ragazzi di giovane età. Puntiamo molto anche sul forum, accessibile previa registrazione: è la piazza virtuale deputata al dibattito e allo scambio di opinioni». «Siamo consapevoli della sfida che ci aspetta - ha concluso - ma nonostante la nostra poca esperienza vogliamo essere da stimolo per la comunità».


sabato 15 novembre 2008

Regione Calabria, quanto mi costi?



E' passata sotto silenzio, o quasi, la notizia pubblicata il 12 novembre scorso su Il Corriere della sera da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul confronto tra gli stipendi dei presidenti delle regioni italiane e quelli dei governatori Usa.
Ne esce fuori un dato piuttostro curioso: il nostro Loiero, presidente di una delle regioni più povere d'europa, è al 4° posto nazionale con una retribuzione netta di circa € 160.000,00 l'anno. Sopra di lui i governatori di Puglia (Vendola è l'unico, finora che abbia pubblicamente replicato ai giornalisti i quali, a loro volta, hanno citato la fonte dei loro dati - Conferenza delle regioni ed elaborazione a cura di Antonio Merlo, department of econommics, University of Pennssylvania), Sardegna e Sicilia mentre quelli delle regioni più ricche d'Italia seguono a ruota (5° Galan del Veneto con 151 mila euro, 8° Formigoni con 144 mila euro e solo 14° Vasco Errani dell'Emilia Romagna con 120 mila euro).
Interessante anche il raffronto con i governatori Usa. Quante volte abbiamo sentito dire che la Calabria è la California d'Italia? Presto detto: il nostro presidente prende quanto Arnold Schwarzenegger, alla guida di una degli stati più importanti ed estesi dell'America del nord. Con la differrenza, una tra le tantissime, che Terminator può candidamente dichiarare: "I 162 mila euro (lordi, ndr) che mi spettano li restituisco, sono già ricco!".
Senza storia il paragone con gli altri Governors (New york, 130 mila euro; Washington 110 mila; fino al Maine 51 mila euro [il governatore della Basilicata, regione estesa circa 10 volte meno lo stato americano e con la metà della popolazione, prende più del doppio del collega d'oltreoceano]).

venerdì 14 novembre 2008

Amc: assemblea permanente rdb/cub (sì, sì, loro, i sindacati di base...)


di Mirko Vespertini

Si sono letteralmente barricati in un ufficio dell’Amc di via Lucrezia della Valle allo scopo di ottenere un incontro col sindaco, Rosario Olivo, o col prefetto, Sandro Calvosa. Non hanno intenzione di smobilitare fino a quando non ci sarà la massima chiarezza e trasparenza sul futuro prossimo dell’azienda della mobilità cittadina. Si tratta di una quarantina di lavoratori aderenti alle sigle Rdb/Cub Trasporti che, da ieri mattina, hanno deciso di mettere in atto una forte protesta per denunciare l’inerzia dei propri vertici societari.

Le ragioni della protesta.

Antonio Jiritano, rappresentante Rdb/Cub Trasporti presso l’Amc di Catanzaro, parla attraverso la grata di una finestra per spiegare i motivi del sit-in permanente: «Circa due mesi fa abbiamo chiesto un incontro al neo presidente dell’azienda, Francesco Romeo; ci sembrava un atto dovuto quantomeno per chiarire le continue voci sulla mancanza di risorse economiche e sul possibile fallimento della società. Non ricevendo alcuna risposta ci siamo rivolti al sindaco Olivo il quale ha promesso un tavolo per ragionare insieme sulle azioni da intraprendere. Nonostante la grande e legittima preoccupazione che serpeggia tra noi dipendenti, ad oggi non abbiamo ottenuto alcuna risposta». Viene da chiedere come mai non sono presenti le altre sigle sindacali, visto che la situazione appare drammatica. «L’accordo preso dalle altre organizzazioni sindacali, si parla di un aumento pari a 0,40 centesimi si commenta da solo» dice Jiritano che aggiunge: «Per quanto ci riguarda, la nostra battaglia è finalizzata a conoscere le determinazioni della dirigenza, il piano di rilancio, in che modo intendono ripianare i debiti: chiediamo trasparenza e maggiori informazioni e non le affermazioni generiche rilasciate ora dal presidente, ora dal direttore generale». Sui tempi della protesta il rappresentante sindacale è categorico: «Continueremo fino a quando il sindaco o il prefetto non decideranno di incontrarci. Si tratta di una presa di posizione determinata ma civile. Siamo circa 40 persone, il 28% dei sindacalizzati, e per la maggior parte autisti: garantiremo il servizio alla città per non coinvolgere i cittadini nella già precaria situazione in cui versa la mobilità catanzarese. Alla fine dell’orario di lavoro i colleghi ci raggiungeranno e ci daranno il cambio mentre noi svolgeremo regolarmente il nostro turno».

Il volantino di rivendicazione.

I rappresentanti dei lavoratori hanno preparato e distribuito un volantino in cui denunciano, a loro dire, le gravi carenze nella gestione dell’Amc. Innanzitutto, si contestano la figura del direttore generale, una nuova carica voluta e ricoperta dal presidente uscente, Ernesto Gigliotti, e il consiglio di amministrazione, che si è allargato da tre a cinque componenti (“non si conosce quanto percepiscono e, in ogni caso, la spesa grava sulle casse ‘vuote’ dell’azienda”). Si critica, poi, la proposta di nuove figure professionali (si citano un informatico, un avvocato e un geometra) “necessarie all’azienda”, paventando il rischio di assunzioni di cui già si conoscono nomi e cognomi. Quindi, un riferimento alla pianta organica del personale, per cui sono stati superati i parametri tra gli indeterminati e i precari, e alla delibera con cui saranno assunti, grazie all’accordo tra Comune e sindacati, ulteriori 11 unità senza concorso con la qualifica di operatore della mobilità “ignorando quanti ancora aspettano un contratto a tempo indeterminato”. Il finale è un amaro resoconto sulle condizioni generali in cui versa l’azienda: scarsa sicurezza e mancanza di un adeguato sistema antincendio; mezzi obsoleti e rimessi in strada nonostante i guasti; stipendi mai pagati con puntualità. “Quello che vogliamo oggi” conclude il volantino “è l’impegno del sindaco ad un tavolo negoziale” affinché i lavoratori sia informati sulle determinazioni dell’azienda: senza l’aiuto dei dipendenti, non è possibile alcun programma di rilancio e nessuna riqualificazione dell’Amc.


Al teatro Masciari (3 e basta!)


Bravi Emanuele e Rudi, artisti a tuttotondo, creatori di immagini e lampade, attori per caso, piacevoli compagni di avventura.

Al teatro Masciari (2) ...




Pochi mq trasformati in un luogo caldo e accogliente dove quasi ogni sera hanno fatto tappa decine e decine di visitatori. Accompagnati da un piacevole sottofondo musicale (grazie allo Stranges!) e da litri e litri di Moretti (prima), Tuborg (poi) e dall'immancabile Campari con limone (rigorosamente senza ghiaccio, anche perchè non ce n'era!)

Al teatro Masciari







La mostra "Effetti d'arte, prima e dopo lo spettacolo", con il significativo sottotitolo Altrementi illumina Stranges, ha avuto un ottimo riscontro di pubblico coronato dalla festa di venerdì scorso (sopra le foto) e dalle tante richieste di artisti locali desiderosi di esporre le proprie opere.

giovedì 13 novembre 2008

Sull'isola pedonale a Catanzaro

Isola pedonale , sì o no?
E' il dilemma che ogni tanto fa capolino nei forum che si occupano della nostra città.
Aldilà delle risposte che, per la maggior parte, ritengono importante la pedonalizzazione del centro sorico, ecco cosa ho postato su mycatanzaro.it sollecitato dall'utente fmri.

Caro fmiri,
vuoi sapere cosa penso dell'isola pedonale?
Tutto il bene possibile!
E della proposta di riaprire corso Mazzini al traffico?
Mi fa venire in mento di cosa siamo stati capaci noi catanzaresi: siamo quelli che abbiamo eliminato la "strettoia" (dove ora sorge il palazzo del Banco di Napoli) perchè non ci passavano le autovetture e gli autobus; siamo quelli che hanno abbattuto Porta di mare prima e asfaltato i gradoni poi perché non c'era posto per parcheggiare; siamo quelli che abbiamo innalzato palazzoni nel centro storico e costruito sulle mura della città; siamo quelli che al posto del cinema Odeon ai giardini di San Leonardo ora abbiamo una bella filiale della banca popolare di Crotone; siamo quelli che deturpiano uno dei punti più suggestivi della città (non a caso Bellavista) per costruire un inutile ascensore (oggi abbattuto!); siamo quelli che pur di non fare qualche metro a piedi (quando, nelle altre città, siamo tutti pronti a camminare e a rispettare i regolamenti comunali) preferiscono ingolfare di macchine piazza Duomo anziché regalarla ai bambini (a proposito, ma ce nbe stanno ancora?).
E poi, con la questione ambientale che sta salendo agli onori della cronaca in tutto il mondo, anzichè ragionare su come portare gente in centro utilizzando il minor numero di mezzi inquinanti, pensiamo a quante ore della giornata lrendere libera la circolazione sul corso.
Ecco cosa penso, caro fmiri: siamo stati bravissimi a cancellare il nostro passato e ci stiamo accontentando di vivere un mediocre presente; in tutto questo, stiamo dimenticando anche noi di pensare al futuro!

giovedì 6 novembre 2008

Giornalismi


"Ho detto a Medvedev che Obama ha tutto per andare d'accordo con lui: e' giovane, bello e anche abbronzato". Cosi' il premier Silvio Berlusconi si e' espresso sul presidente eletto degli Stati Uniti nel corso di una conferenza congiunta con il presidente russo Dmitri Medvedev al Cremlino. Dopo l’agenzia di stampa ecco i giornali su internet. L'Unità: Che vergogna, per Berlusconi Obama è bello e abbronzato! Italia Oggi: Un elogio un po' sopra le righe [...] Wall Street Italia: Abbiamo un premier stupido. Di Obama dice: "è giovane e abbronzato". Quotidiano.net: Berluconi scherza su Obama: "Giovane, bello e abbronzato". Il Secolo XIX: Berluconi, ironia su Obama: "Bello, giovane e abbronzato". Corriere della sera: Gaffe del premier sul neo presidente: «Ha tutto,si è anche presentato come un Messia, speriamo non deluda». Il Giorno: Berlusconi scherza su Obama: "Giovane, bello e abbronzato". Il Messaggero: Berlusconi: «Obama bello e abbronzato». Polemiche in Italia, clamore negli Usa. Il sole24ore: Gaffe di Berlusconi su Obama: è bello, giovane e abbronzato. La Repubblica: Berlusconi, gaffe su Obama "bello e abbronzato". La notizia fa il giro del mondo. La Sicilia: Berlusconi ironizza su Barack Obama. "E' giovane, bello e anche abbronzato". La Stampa: Berlusconi: "Obama ha tutto, bello, giovane e abbronzato".
Libero: Obama e il 'Silvio pensiero': "E' bello, giovane e abbronzato". Tgcom: "Obama abbronzato? Diatriba imbecille". Il Giornale.it: Russia, Berlusconi: intesa su scenari politici. Sulla Georgia: "C'è stata molta disinformazione".

mercoledì 5 novembre 2008

Why not? Because is a burdellu!

Che la riunione tra i sindacati e l’assessore regionale al lavoro, convocata da quest’ultimo per definire la querelle relativa agli ex lavoratori Why not, non nasceva sotto i migliori auspici, lo si è capito subito dai manifesti affissi all’ingresso della sede istituzionale di via Lucrezia dove, tra gli altri, campeggiava un eloquente “Maiolo assessore virtuale”. Dopo l’incontro mattutino, durato circa un’ora e mezza, i lavoratori hanno manifestato infatti la loro insoddisfazione inscenando una dura protesta culminata con un blocco stradale che ha costretto lo stesso Maiolo a lasciare gli uffici solo alle 17 e 30 del pomeriggio.
La mattinata.
Dopo la fumata nera della scorsa settimana, durante la quale fu chiesto ed ottenuto un incontro direttamente col titolare regionale delle politiche del lavoro, i sindacati sono stati convocati ad un tavolo di confronto per le 10 e 30 di ieri mattina a Catanzaro, presso la sede dell’assessorato di via Lucrezia della Valle. Erano presenti Domenico Zannino, segretario regionale della Cisl con delega al mercato del lavoro, Gianvincenzo Detrassi, segretario regionale Uil - Cpo e Gianluca Persico, segretario provinciale Ugl. Maiolo arriva intorno alle 10 e 45 e poco dopo inizia la discussione. Nel cortile antistante l’edificio la tensione è palpabile e ad ogni notizia di possibile fallimento della trattativa, corrispondono altrettanti propositi di azioni eclatanti. Il primo ad uscire dall’edificio, quando ormai sono le 13 e ignaro di quanto sta avvenendo fuori, è proprio Mario Maiolo che si dirige verso il cancello dell’uscita dove ad aspettarlo incontra il muro dei lavoratori: «Sono mesi che ci prendete in giro nonostante 8 anni che lavoriamo per la regione e senza alcun riconoscimento. Diteci dove dobbiamo mangiare. Basta parole, dovete toglierci da questa situazione. E c’è gente senza l’indennità di disoccupazione». L’assessore tenta di spiegare quanto è stato accordato durante la riunione ma la sfiducia e la diffidenza dei presenti prevale: «La Giunta Loiero ha promesso di stabilizzare i precari ma con quali risultati? Siamo tutti in mezzo ad una strada!». Maiolo abbozza qualche risposta ma è quando chiede di passare per recarsi al consiglio regionale che la frustrazione dei tanti lavoratori sfocia in rabbia: « A fare cosa assessore? A parlare di noi? O della sanità che fa schifo? Non esiste! Non prendeteci in giro. Ci sono ragazzini di primo pelo che sono stati assunti e noi a 40 anni, dopo aver fatto anche mansioni superiori, abbiamo il futuro incerto. Ricordatevi che avete chiesto i voti promettendo di stabilizzare i precari». Maiolo precisa che «il dipartimento del lavoro ha fatto tutto quello che era previsto dalla legge ed entro i termini stabiliti». Ma i lavoratori sono stufi «di tante belle parole»; stanchi «di uno scaricabarile per cui nessuno è responsabile»; delusi «dalle notizie che altre situazioni vengono regolarizzate forse perché c’è chi ha le spalle più coperte». I toni aumentano e gli animi si agitano e al grido di «dimettiti! dimettiti!», e preso atto che nessuno si sposterà dal cancello dello stabile di via Lucrezia della Valle, Maiolo fa dietro front e torna nei suoi uffici dove rimarrà per gran parte del pomeriggio.
I sindacati.
Dopo Maiolo arrivano i sindacati e il primo a parlare è Nicola Zannino, segretario regionale della Cisl: «La scorsa settimana abbiamo chiesto un incontro col titolare regionale delle politiche del lavoro e, devo dire, Maiolo ci ha convocati per stamattina. Per telefono aveva preso l’impegno che avrebbe trovato i soldi. L’assessore non ha gradito i manifesti affissi anche perché la Legge regionale riguardante gli ex lavoratori Why not, la 28 del 14 agosto scorso, è senza copertura finanziaria ». Zannino prosegue nonostante l’evidente malumore dei presenti: «Il direttore regionale del Bilancio, Luigi Bigotta, presente all’incontro, ha confermato che al momento sul capitolo dei servizi esternalizzati ci sono solo 106 mila euro». Ecco dunque la proposta dell’assessore: « Abbiamo l’impegno da parte di Maiolo che martedì prossimo, durante la riunione di Giunta, sarà presentata la richiesta di variazione di bilancio – prosegue il rappresentante della Cisl -; l’assessore ritiene che ci sarà l’impegno di tutti per cercare una soluzione concreta al problema. Ancora oggi, però, ci sono aspetti tecnici da definire: ad esempio, come e quali lavoratori utilizzare e le qualifiche richieste». Aggiunge Gianvincenzo Petrassi, segretario regionale Uil – Cpo: «Noi chiediamo alla politica di farsi garante di una legge approvata in agosto ma senza nessuna copertura finanziaria. Una legge poco chiara, in cui non è indicato il bacino di riferimento: la Regione deve fare chiarezza sul numero dei lavoratori coinvolti e avviare al più presto i progetti». Gianluca Persico, segretario provinciale dell’Ugl, ritiene si tratti dell’«ennesima riunione interlocutoria perché la variazione di bilancio per rimpinguare il fondo della Legge regionale 28/08 sarà proposta solo la prossima settimana. E allora mi chiedo: dove erano o dove sono finiti i soldi»? Prosegue Persico: «Hanno approvato una legge ignorando le sigle sindacali, nonostante avessimo concordato con i capigruppo consiliari un percorso di stabilità diverso. È intervenuta la Giunta regionale con la proposta di legge approvata in agosto e passata in consiglio col voto di tutti: peccato, nessuno si è accorto che mancavano le risorse finanziarie ». Cosa succederà se martedì la situazione non si sblocca? «Qualunque azione sindacale si svolgerà nei limiti della legalità - conclude il delegato Ugl -. Anch’io provengo da 8 anni di precariato e conosco le emozioni e le tragedie di chi perde un lavoro: oggi non si può più giocare sulla pelle dei lavoratori pensando che siano oggetti: sono realtà concrete e hanno famiglie da mantenere, un dipendente è in terapia intensiva perché non riesce più a pagare i debiti. La Giunta non ha più alibi: assuma le decisioni che deve assumere».
Il blocco stradale.
Sono circa le 13 e 20 quando i lavoratori, insoddisfatti delle argomentazioni ascoltate, decidono di invadere la trafficata carreggiata di via Lucrezia della valle. Naturalmente è subito il caos e le poche unità di polizia e carabinieri presenti, tentano ogni sforzo per non far degenerare la situazione. Più volte si rischia la rissa con gli automobilisti inviperiti ma per circa tre ore il blocco non si smuove. Solo con l’arrivo nel pomeriggio di un alto funzionario di polizia, il primo dirigente Pio Amariello, inizia una trattativa che sfocia nella decisione dei manifestanti di spostarsi dalla strada all’ingresso dell’assessorato in attesa, in ogni caso, dell’uscita di Maiolo, ancora asserragliato nei propri uffici. Sono le 17 e 30 quando, difeso da un paio cordoni delle forze dell’ordine, il rappresentante del Pd riuscirà ad andare via accompagnato da una selva di ironici applausi. I lavoratori sono decisi a non mollare e in attesa di quanto sarà deciso martedì dalla Giunta regionale, l’appuntamento è per giovedì prossimo, nuovamente presso la sede dell’assessorato al lavoro

martedì 28 ottobre 2008

Salviamo il Manifesto!

Non sono comunista ma è una battaglia di libertà!




di Mirko Vespertini
Catanzaro - «NON è vero che siamo insostituibili o fondamentali. È vero, però, che rappresentiamo una voce autonoma e indipendente, una piccola grande testimonianza di libertà in un periodo non felice per il nostro paese. Grazie per il tempo che ci state regalando: è una risorsa preziosissima che nessuno sembra più voler condividere con altre persone». Ida Dominijanni, firma storica de Il Manifesto, interviene durante una pausa della cena organizzata a Catanzaro per sostenere le sorti del giornale comunista, colpito dall’ennesima crisi «di soldi», come l’ha defininita Valentino Parlato. Ad ascoltare, e supportare, la giornalista catanzarese accorrono Adriana Papaleo di Confesercenti e Mariella Fiorita del Circolo Placanica, Isa Mantelli del Centro calabrese di solidarietà e l’avvocato Paola Garofalo, ma anche rappresentanti politici e sindacali (c’erano Danilo Gatto ed Eugenio Occhini, Tommaso Chiodo e Pier Macrì), docenti universitari e studenti, operai e liberi professionisti: in tutto una quarantina di persone che a fine serata consegneranno all’ospite un contributo di circa 800 euro. «Abbiamo commesso tanti errori, non siamo più al passo con le innovazioni tecnologiche, il quotidiano ha gravi carenze: spesso penso che non siamo all’altezza della nostra storia – prosegue Ida –. Eppure lavoriamo in autogestione da 35 anni e abbiamo un costo del lavoro bassissimo, tant’è che guadagniamo quanto un metalmeccanico; inoltre, non abbiamo mai avuto padroni a cui rendere conto». Teatro dell’iniziativa è il ristorante Amici miei, i cui locali accolgono, divisi in quattro tavolate, i partecipanti alla serata. L’atmosfera comincia a sciogliersi dopo i primi bicchieri di vino e diventa conviviale quando il gestore, Saverio Scarcella, imbandisce le tavole di ogni prelibatezza: crocché di patate e polpette di carne, carciofi fritti e pizza ripiena, parmigiana e gateau, trofie con radicchio e salsiccia, soffritto, e dolce “millefoglie”. Si discute dei più svariati argomenti, dalla crisi economica allo stato dell’editoria in Calabria, e non manca l’accenno alle imminenti elezioni americane («Mentre negli U.s.a. un afroamericano rischia di diventare presidente, in Italia siamo fermi; lì c’è una nuova mobilitazione, la gente fa la fila per andare a votare, donne e giovani si sentono protagonisti della vita politica; in Italia, in cui persiste una discutibile diffidenza radical chic sulle vicende d’oltreoceano, viviamo un pericoloso torpore: una vittoria di Obama potrebbe invece dare nuova linfa alla sinistra italiana»). «Sono colpita dall’incredulità che regna nel nostro paese, come se non fosse vera la situazione che stiamo vivendo o come se non si potesse chiamare l’attuale forma di governo per quello che è: un regime - continua Dominijanni -. Molte libertà vengono erose giorno dopo giorno in modo subdolo: se non è fascismo classico è altrettanto pericoloso perché sta modificando la matrice democratica del nostro paese». In conclusione, la giornalista catanzarese dedica ancora una riflessione al progetto dei tagli all’editoria («Colpisce soprattutto l’arroganza del gesto perché si sta distruggendo il senso del pubblico del paese: chi non ha valore di mercato viene eliminato!») e sollecita la costruzione di una nuova rete politica «per superare la depressione in cui ci siamo cacciati: sono passati già 20 anni dalla caduta del muro di Berlino: o la Sinistra si riprende, oppure quella “novecentesca” sparirà definitivamente». La speranza è, comunque, che «il giornale sopravviva e torni ad essere un utile strumento per favorire il passaggio dalle vecchie alle nuove generazioni».

Rifondazione comunista e riforma Gelmini

Sì, ok, va bene....ma le proposte???

Catanzaro - RIFONDAZIONE comunista chiama tutti alla mobilitazione e invita a partecipare, senza remore, alla manifestazione nazionale di giovedì 30 ottobre contro l’approvazione del decreto Gelmini. Lo fa durante una conferenza stampa tenutasi nella Sala concerti del Comune di Catanzaro che ha raccolto dirigenti, simpatizzanti locali e Vito Meloni, del Prc - Dipartimento nazionale scuola. «Stiamo assistendo ad un attacco senza precedenti contro la scuola pubblica - esordice Piero Mascaro, segretario provinciale di Rifondazione – e ad un ritorno al passato fatto di grembiuli, voti in condotta e classi ghetto». «Il decreto Gelmini è umiliante per tutti, alunni, docenti e famiglie; considera l’istruzione non più un bene comune quanto un privilegio per pochi - prosegue Mascaro -. Invitiamo, allora, la ministra bugiarda a ritirare la controriforma e a dimettersi: un invito che proviene dalla regione che le ha regalato l’abilitazione professionale». Tocca ad Ivana Bevacqua, Responsabile scuola Prc della Federazione di Catanzaro, introdurre i lavori: «Il Governo mira a distruggere la scuola pubblica e rilanciare quella privata. Nonostante gli annunci, non è ancora chiaro cosa sarà del tempo pieno; si riparla di maestro unico quando viviamo in una società estremamente complessa. L’unico dato certo è che migliaia di plessi sono a rischio chiusura, soprattutto nelle comunità interne dove maggiore dovrebbe essere la presenza dello Stato». «Forse era meglio quando litigavamo per il protocollo sul Welfare - prova a stemperare Alfredo Iorno, segretario generale Cgil Catanzaro/Lamezia Terme -. Quanto sta avvenendo per l’istruzione è solo un aspetto di quello che potrebbe succedere in futuro: smantellamento dello Stato sociale, taglio delle risorse agli enti locali, accollo dei maggiori costi per le famiglie e i Comuni». Iorno rilancia chiedendo una «maggiore unità da parte di tutti di fronte all’attuale emergenza» e tenendo ben presente che «l’ondata di antipolitica che ha determinato l’esito delle ultime elezioni non è sparita: il governo di centrodestra si batte solo con l’informazione». Interviene, quindi, l’assessore comunale alla Pubblica istruzione Danilo Gatto, il quale ricorda che «già da 15 anni, vale a dire dalla riforma Berlinguer, la scuola subisce riforme che la stanno trasformando in una azienda: la conseguenza è che gli alunni sono utili per ottenere finanziamenti e si scatena una competizione fra gli istituti che incide negativamente sulla qualità dell’istruzione». «Viene colpita la formazione elementare che rappresenta una eccellenza per il nostro paese - aggiunge - e si chiudono gli istituti dei quartieri difficili delle città come Pistoia e Germaneto per Catanzaro, col rischio di lasciare ampi territori alla delinquenza urbana. Meglio perdere qualcosa dal punto di vista economico ma guadagnare di più dal punto di vista sociale». «La scuola italiana era una delle poche cose che funzionava bene, ma aveva bisogno di qualche riforma e non di un totale stravolgimento - è il pensiero di Alberto Scerbo, docente dell’Università Magna Graecia di Catanzaro -. Abbiamo adottato modelli che non ci appartengono come il 3 + 2 che si è rivelato un totale fallimento. Si è abbassata la qualità dell’università che vive un processo di liceizzazione: si pensa sempre e solo a promuovere senza sapere come». «Possiamo ridurre tutto alla produttività? - si domanda ancora Scerbo - Penso proprio di no! Il nostro compito è formare uomini e donne che siano in grado di stare nella società». Le conclusioni sono di Vito Meloni: «Si prospetta una stagione diversa rispetto le precedenti sia in termini numerici, con la spesa per l’Istruzione che in rapporto al Pil ci pone agli ultimi posti in Europa; sia qualitativi, perché il metodo adottato dal Governo, vale a dire la decretazione d’urgenza, esclude il dibattito e la partecipazione democratica». « Con la regia di Giulio Tremonti stanno per approvare una legge dicendo bugie e proponendo soluzioni che ci portano indietro di 50 anni - rimarca Meloni -. Rilevo, poi, lo straordinario silenzio degli intellettuali quando non la complicità col potere». «Ognuno faccia il proprio lavoro all’interno della scuola senza vergognarsi di difendere anche un solo posto di lavoro - conclude il rappresentante del Prc -. Occorre fare quanto necessario affinché il movimento cresca, si radichi e si radicalizzi coinvolgendo alunni, docenti e genitori: anche se il decreto Gelmini dovesse essere approvato, non è vero che non si può fermare». Durante il dibattito, da segnalare l’intervento di Alessandro Grande, maestro di violino da settecento euro con un mutuo e due figli a carico («Considerano noi uno spreco e non i soldi che si spendono inutilmente per i progetti scolastici o le classi, in provincia di Catanzaro, con due allievi e dieci insegnanti») e quello di Nicola Fiorita, docente presso l’Università di Firenze («Col blocco del turn over, il lavoro graverà sui giovani docenti che non potranno garantire una adeguata preparazione ai discenti: abbiamo il compito di formare la nuova classe dirigente e non di illudere le persone»).

sabato 25 ottobre 2008

Da Il Quotidiano del 25 ottobre 2008

Catanzaro - Samuele Furfaro da Melicucco racconta che «in America, se hai una idea, vieni ascoltato, se vali vieni premiato e a tutti viene concessa una possibilità». Rientra in Calabria «con entusiasmo ma anche con rabbia perché tra tante difficoltà è più forte la voglia di realizzare qualcosa». La crotonese Irene Magistro aggiunge: «Siamo motivati perché convinti di poter dare il nostro contributo». E Anna De Caro, proveniente da Rende, conclude: «Lasciateci lavorare altrimenti ci annoiamo e andiamo via». Samuele, Irene e Anna sono tre giovani imprenditori calabresi ai quali la fondazione Field ha assegnato una borsa di studio per partecipare al progetto The Global Village for future leaders of business and industry”, un periodo di formazione svoltosi la scorsa estate presso la Lehigh University della Pennsylvania e incentrato su specifiche aree tematiche come “Leadership e cultura d’impresa”, “Management e gestione d’impresa”, “Networking”. «L’iniziativa è nata da una partnership tra la stessa Field e lo Iacocca Institute (da Lee Iacocca, imprenditore italo-americano e fondatore della scuola, ndr) - esordisce il presidente della Fondazione, Mario Muzzì, nella conferenza stampa convocata presso la sede regionale di via Massara – e il fatto che i partecipanti tornino entusiasti e vogliosi di rimettersi in gioco, ci riempie di orgoglio. È un progetto che ci interessa non solo riproporre ma intensificare, magari ospitando in Calabria le manifestazioni dello Iacocca Institute». Sulla stessa scia il professor Luca Meldolesi, presidente del Comitato scientifico: «Innanzitutto, si crea un legame diretto con l’America pur sapendo che dalla nostra regione è difficile guardare il resto del mondo. Inoltre, chi partecipa alle scuole post laurea statunitensi impara che il ritmo e l’intensità del lavoro è tutta un'altra cosa: un metodo molto utile per affermare le potenzialità della nostra regione». Per il futuro Meldolesi annuncia il potenziamento del progetto per «portare l’America in Calabria: non solo calabresi che vanno a formarsi all’estero - spiega - ma dobbiamo migliorare le capacità funzionali e amministrative della regione per accogliere i cervelli stranieri e, soprattutto, favorire gli investimenti di capitali sul territorio». Presenti all’incontro altri membri del Comitato scientifico come Rosaria Amantea («Dal 2003 circa venti giovani calabresi hanno affrontato lo stesso percorso di formazione con risultati estremamente lusinghieri, soprattutto in termini di entusiasmo e di voglia di reinvestire nella propria terra») e Santo Versace («Credo nella contaminazione e nell’incontro tra diverse realtà; ora c’è bisogno di una “rivoluzione” culturale per dare spazio ai tanti giovani talentuosi della Calabria: abbiamo bisogno di guerrieri e non più di pecore»); e poi, il direttore generale Anna Maria Cardamone, il direttore tecnico Cosimo Cuomo, nonché, per il consiglio direttivo, Francesco Cicione e Anna Nucera («Quanto realizzato dalla Field è un granellino di sabbia: è poco ma è un buon inizio. Aiutiamo i nuovi imprenditori a crescere, seguiamoli, ragioniamo insieme su quello che di positivo si può fare: parliamo di meno e agiamo di più»).

mercoledì 22 ottobre 2008

Nasce "La ragione e il tempo"

Si è formalmente costituita l’associazione culturale senza scopo di lucro “La ragione e il tempo” con l’assemblea dei soci fondatori del 17 ottobre 2008 durante la quale sono stati approvati l’atto costitutivo e lo statuto. Nel quadro generale della crisi del modello economico internazionale e dei segnali di recessione dei sistemi produttivi, con gli effetti che si riversano nel già debole tessuto socioeconomico italiano, l’associazione opera con iniziative di studio, di riflessione, di analisi e di proposta per contribuire, partendo soprattutto dalla realtà territoriale locale, alla formulazione di idee e progetti per nuove direttrici di sviluppo. “La ragione e il tempo” nasce con l’obiettivo di coinvolgere saperi, esperienze e professionalità nel lavoro di ricerca che ha il suo centro naturale di attenzione sui problemi del Mezzogiorno e della Calabria, ma che vuole operare anche nell’interscambio di studi e di conoscenza con esperienze nazionali e internazionali. Scopo dell’associazione è quello di offrire sedi di studio e di analisi per dare un apporto significativo alla formazione di cittadini consapevoli e all’altezza delle problematiche della contemporaneità, come passaggio ineludibile per la formazione di una classe dirigente preparata e all’altezza dei compiti, e che scelga come propri principi ispiratori lo studio dei problemi, la conoscenza e il merito. In questo ambito, oltre al “Seminario di formazione culturale e politica” in corso di svolgimento con le lezioni su “Il pensiero politico”, “Stato e mercato” e “Il governo del territorio”, 18 appuntamenti con esperti e protagonisti della vita politica e sociale locale e nazionale, l’associazione sta mettendo a punto un articolato programma di iniziative per il 2009 di alto valore culturale e scientifico. La compagine nasce, pertanto, dall’esigenza di costruire un nuovo soggetto politico, pur non appartenendo per costituzione ad alcuno schieramento. Essa è aperta a tutti coloro che condividono i principi di solidarietà, di uguaglianza delle opportunità, di giustizia economica e sociale, di rispetto dei diritti della persona. L’assemblea dei soci fondatori ha provveduto alla nomina dei rappresentanti dell’associazione: presidente Carlo Scalfaro; vice presidenti Luigi Ciambrone e Nunzia Colosimo; Segretario Mirko Vespertini; Tesoriere Antonio Iuliano; Consiglieri: Franco Citriniti - Problemi del lavoro; Luigia Colella - Europa e politiche comunitarie; Luigi Faini - Rapporti con il mondo dell’associazioni; Maria Librandi - Rapporti Scuola e Università; Fausto Piane - Internet e nuove tecnologie, Responsabile sito web; Pasquale Squillace - Urbanistica e assetto del territorio; Francesco Santopolo – Problemi dello sviluppo economico.

martedì 7 ottobre 2008

Da Il Quotidiano della Calabria del 7/10/2008

Il primo consiglio comunale autunnale, convocato dal presidente Franco Passafaro non riserva particolari sorprese: presenti 36 consiglieri, ordini del giorno approvati dalla maggioranza, un dibattito particolarmente acceso in cui le parti non si sono risparmiate reciproche accuse. Eppure, il consesso, previsto per le ore 10 e 30, inizia con circa due ore di ritardo, tant'è che i primi interventi sono tutti incentrati sul rispetto del regolamento.
Ritardo dei lavori e modifiche al regolamento statutario.
È Mario Tassone a introdurre il problema sottolineando come «il ritardo sistematico con cui vengono avviati i lavori non fa bene al prestigio dell'istituzione». La proposta? «Su iniziativa del presidente del consiglio e con l'ausilio dei capigruppo, riformiamo lo statuto e il regolamento per iniziare subito i consigli con la discussione ed espletare l'appello solo al momento del voto». Mimmo Tallini (passato con Sergio Costanzo, Jhonny Corsi e Francesco Nisticò al Gruppo misto) ribadisce che «la circostanza è stata più volte sollevata in conferenza dei capigruppo ed esiste già un deliberato che prevede una mezz'ora di tolleranza tra l'altro mai rispettata». Incalza Franco Cimino: «Da tempo non partecipo alla conferenza dei capigruppo per motivi già comunicati alla presidenza tra cui la poca efficacia, dal punto di vista politico e operativo, delle decisioni che vi vengono prese. Constato poi che tante comunicazioni proposte dalla minoranza
non vengono prese in considerazione così ledendo le funzioni del consiglio comunale: la situazione deve cambiare». Aggiunge Wanda Ferro che «tempo fa fu fatta una lettera per il rispetto delle regole: oltre la mezz'ora di ritardo si procedeva con l'appello nominale. Allora, regole chiare già dal prossimo consiglio comunale: dobbiamo avere un maggiore rispetto per il nostro ruolo se poi lo esigiamo all'esterno». Dopo la posizione della minoranza tocca al capogruppo del Pd spiegare
le proprie ragioni: «Chiedo scusa a nome dei colleghi di maggioranza per il ritardo che considero, comunque, non eccessivo – dice Alcide Lodari -. Abbiamo avuto un breve incontro col sindaco Olivo e chi ci consce sa che ci teniamo alla puntualità. Quante volte abbiamo aspettato voi mattinate intere quando eravamo all'opposizione? Per eventuali modifiche al regolamento occorre un impegno unanime». Ribatte subito Baldo Esposito rivolgendosi a Passafaro: «La conferenza dei capi gruppo viene sistematicamente delegittimata: lei, presidente, è sempre disponibile a cambiare la rotta ma nei fatti non avviene mai nulla». Per Vincenzo Merante, «il dato significativo è la convocazione dopo mesi del consiglio comunale nonostante i tanti ordini del giorno e le numerose questioni nel cassetto. Il sindaco Olivo, per esempio, in qualità di componente dell'Anci, ben avrebbe potuto sollecitare incontro per illustrare a tutti noi le conseguenze del federalismo fiscale tant'è che nessuno dei consiglieri presenti ha contezza di
quello che si è deciso».
Verifica dell'equilibrio di bilancio.
Il primo punto all'ordine del giorno prevede l'approvazione della "Ricognizione dello stato dei programmi e verifica degli equilibri di bilancio". Presente in aula l'assessore al ramo, Beppe Marcucci, che spiega l'importanza e il significato dell'approvazione: «Si tratta di verificare che le previsioni di bilancio si stiano realizzando e non ci sia uno sforamento nei conti. La pratica arriva con qualche giorno di ritardo (il termine era il 30 settembre) ma va obbligatoriamente
approvata pena lo scioglimento del consiglio comunale». Marcucci prosegue sottolineando che «le previsioni di spesa si stanno verificando senza sbilanciamenti nonostante la situazione dei conti
pubblici sia problematica per l'attuale crisi finanziaria internazionale. Il nostro comune si è visto ritirare dal Governo centrale i finanziamenti per l'emergenza alloggiativi, circa 2,4
milioni di euro, mentre abbiamo l'impegno che i soldi dell'Ici sulla prima casa saranno in qualche modo restituiti». «La nostra situazione finanziaria non è rosea: anche se non è prevedibile un eventuale dissesto finanziario per il mancato introito dell'Imposta comunale occorre una ricognizione con i dirigenti dei debiti fuori bilancio. Stanno maturando alcune situazioni risalenti nel tempo che non ci lasciano del tutto tranquilli ma se ragioniamo con prudenza possiamo accantonare una parte dell'avanzo di bilancio per non correre rischi». L'intervento dell'assessore al Bilancio scatena un dibattito nel quale si parla di tutto e di più. Per Rosario Mancuso, «la valutazione della delibera sulla verifica di bilancio comporta capacità di gestione amministrativa, finanziaria e tecnica, compito, pertanto, di chi ha cognizioni adeguate allo strumento finanziario. Ne approfitto per ribadire la mia appartenenza alla maggioranza di centrosinistra col quale chiuderò la mia esperienza legislativa. Ritengo, comunque, necessaria un'azione di rilancio e le critiche all'azione della giunta sono solo un contributo a migliorare e soddisfare le richieste dei
cittadini». Mario Tassone aggiunge che «le false economie stanno dimostrando tutta la loro vulnerabilità anche se c'è una tenuta sostanziale delle nostre strutture finanziarie: quello dobbiamo chiedere è il rispetto delle regole. Quando parliamo della ricognizione dello stato dei programmi, ci sono alcune posizioni nei confronti dei comuni che non ho capito. Non chiedo lo smantellamento delle province come hanno fatto il centrodestra e il centrosinistra; è vero, però, che sono stati sottratti dei finanziamenti e che sul federalismo fiscale il consiglio comunale dovrebbe avanzare una proposta alla luce dell'esperienza, dell'autonomia, della storia della
città di Catanzaro». Per l'attacco frontale al sindaco Olivo occorre aspettare l'intervento di Sergio Costanzo, il quale si rivolge direttamente al primo cittadino: «Non la vedo mai nel centro storico e nei quartieri; nei sondaggi sull'apprezzamento dei sindaci non è citato. La sua permanenza è una speranza per il mio futuro politico: fa aumentare ogni giorno i nostri consensi». L'arringa di Costanzo prosegue su quanto esposto da Marcucci: «Per i debiti fuori bilancio sono stati messi fondi da parte? I progetti comunali sono stati finanziati dalla regione? Siamo stati richiamati dalla Corte dei conti per le consulenze esterne eppure paghiamo fior di euro a persone come Rita dalla Chiesa e Elena Bova che non si capisce che cosa facciano».
Domande che trovano sponda nell'intervento del capogruppo della Nuova alleanza: « È possibile conoscere l'ammontare dei debiti come più volte abbiamo richiesto? In che modo incidono sull'equilibrio del bilancio? Il mancato introito dell'Ici in che tempi può provocare
danni? A quanto ammonta l'avanzo di amministrazione? Occorre che l'amministrazione comunale trovi le risorse per far fronte alla crescente povertà non limitandosi ad aspettare i Por annunciati ma ancora non attuati. Riprendiamo, poi, la pratica con la quale chiediamo una legge ad hoc per il riconoscimento di Catanzaro città capoluogo di regione». Anche MimmoTallini non lesina bordate a Rosario Olivo: «Sono circa tre mesi che non ci vediamo né col sindaco né con
gli assessori. Intanto è successo che c'è uno stadio chiuso per cui ancora oggi entrano solo gli abbonati; la notte piccante è stato un grande bluff perché il programma non è stato rispettato; è stata decisa l'abolizione dell'ascensore di Bellavista per un costo di circa 500 mila euro: chi lo ha deciso e perché? Un alluminio copre da tempo la scalinata del Masciari; la recente sentenza del Consiglio di Stato che trasferisce l'Agenzia delle dogane a Reggio Calabria. Per non parlare del pullman dell'Amaco di Cosenza che serviva la città di Catanzaro. Ha ragione Cimino quando dice che le cose vengono decise nel chiuso delle stanze. S vuole un consiglio, mandi via Romeo
dall'Amc che sta combinando un sacco di guai». Le accuse di Tallini proseguono sulla recente nomina del maresciallo Fiorentino Gallo a consulente per la Legalità e la sicurezza del Comune: «sono spesi bene 64 mila euro per chi deve garantire ogni forma di abusivismo? È la dimostrazione, allora, che negli ultimi mesi avete lavorato male perché la città è sporca, disordinata e abusata da tutti. A viale Isonzo, poi, gli alloggi popolari sono abusivamente occupati dai nomadi: un intero quartiere in mano a criminali. E a Marcucci consiglio di non azzardarsi in commenti politici altrimenti si dimetta e svolga un altro ruolo». E se Valerio D'Andrea dichiara il proprio voto favorevole e «l'assoluta fedeltà alla maggioranza, messa in forse da
qualche organo di stampa», Esposito ribadisce la necessità di un chiarimento sui debiti fuori bilancio e sulla necessità di una legge regionale ad hoc per Catanzaro capoluogo».
Tocca a Benedetto Cassala ribattere punto su punto, quanto sostenuto dai banchi dell'opposizione: «Dopo quarant'anni siamo intervenuti seriamente sulla questione Ceravolo per evitare che dal prossimo anno si ripropongano gli stessi problemi: un intervento di 2 milioni e
mezzo di euro per mettere in sicurezza lo stadio. Preciso che l'agibilità attuale è di circa 7500. Sul pullman dell'Amaco, ricordo a Tallini e Costanzo che il parco auto dell'Amc è vetusto già quando
loro erano consiglieri e i mezzi fuorono acquistati attingendo dal Tfr dei lavoratori: cosa hanno fatto loro per cambiare le cose? Incalza Eugenio Occhini che quando la minoranza era al governo, con una delibera del 2001 fu incaricato uno studio esterno per la riforma
della pianta organica comunale: per 2 milioni al giorni che la stesso professionista chiese di revocare perché il lavoro non poteva essere espletato. Drastico Vincenzo Merante: «Ho fatto bene a lasciare la maggioranza assolutamente contraddittoria e inconcludente sono curioso
di conoscere i bilanci consolidati delle partecipate e se sono rispettate le nuove limitazioni nomine dalla finanziaria ai consigli di amministrazione. Ci sono le condizioni per rivoltare pagina e
provvedere nuove elezioni». Wanda Ferro difende l'operato delle precedenti amministrazioni («abbiamo puntato sulla qualità e sulla professionalità, non bisogna generalizzare ma contestualizzare le consulenze esterne»), invita ad essere coerenti nei comportamenti
(«non è il caso di assumere posizioni diverse a seconda che si è maggioranza o opposizione»), spiega il motivo per cui la Provincia non ha finanziato la Notte piccante («l'idea è bella ma non si può limitare ad una somministrazioni di cibi e bevande: Catanzaro merita qualcosa di più») e propone di lavorare in sinergia («nel rispetto delle differenze e delle diverse posizioni ideologiche») per non perdere l'ultimo treno degli aiuti comunitari «e per parlare del presente e del futuro e non più del passato». Una maggiore attenzione per Catanzaro la chiede Carlo Nisticò che invita la maggioranza a insistere per una legge regionale ad hoc sul capoluogo. Alcide Lodari invita a rispettare la sede del consiglio comunale assumendo atteggiamenti
consoni e moderando il linguaggio, anche perché non si è parlato dell'argomento all'ordine del giorno. Prima dell'appprovazione con 21 votoi favorevoli, sette contari e due astenuti, un dato che Mimmo Tallini non mancherà di far notare («la maggioranza non esiste più!»)
Marcucci precisa che la Corte dei conti non ha espresso nessuna diffida ma ha invitato il Comune ad adottare un regolamento sulle prossime noimine esterne; «ci sono circa 10 milioni di euro
accantonati per eventuali debiti fuori bilancio».

domenica 21 settembre 2008

Da Il Quotidiano del 20 settembre 2008

Catanzaro - Sarà la società romana Vision&Value - Strategy advisor ad occuparsi della valutazione del personale di Sviluppo Italia Calabria in vista di un possibile ricollocamento dei lavoratori in strutture regionali. È quanto emerso dall'incontro tenutosi ieri presso l'Assessorato al lavoro tra Cgil, Cisl, Uil e Ugl e Mario Maiolo. Lo "screening" volontario inizierà il prossimo lunedì ed è stato richiesto dalla Regione Calabria ma commissionato da Invitalia, la nuova Agenzia statale che si occuperà di investimenti e sviluppo di impresa. Una soluzione che fa il paio con l'impegno assunto in luglio dal governatore Loiero, il quale si era reso disponibile ad assorbire i lavoratori a condizione, però, di un concreto aiuto da parte del Governo centrale. Dopo mesi di convulse trattative e diverse manifestazioni, sembra, dunque, smuoversi la situazione dei 141 dipendenti della società calabrese. Un approdo non facile anche per la mancanza di una strategia comune tra le principali sigle sindacali coinvolte nella vertenza. Un problema di cui si è discusso ieri mattina nei locali di Settingiano, dove i rappresentanti dell'Ugl hanno dato conto della situazione. «Sono partite le lettere di mobilità per cui c'è molta tensione - precisa Antonio Franco, segretario regionale dell'Ugl -. E se la Regione non è stata in grado di gestire al meglio la situazione, la principale responsabilità è del Governo nazionale che avrebbe dovuto trasferire funzioni e risorse economiche all'ente regionale». «Dal 2003 al 2007 sono state create 11 mila imprese e 20 mila posti di lavoro - prosegue - e la Calabria non può perdere uno strumento capace di sfruttare al meglio le risorse ordinarie dello Stato». Franco critica apertamente l'atteggiamento dei liquidatori, «incapaci di muoversi in autonomia senza avere indicazioni da Roma», ma ne ha anche per i colleghi sindacalisti: «Mentre le sigle nazionali operano di comune accordo, in Calabria si sono tenuti tavoli separati con l'azienda per un veto della Uil di cui non comprendiamo le ragioni: il nostro obiettivo è la tutela dei lavoratori e solo operando uniti possiamo ottenere qualche risultato». Un punto cui torna Laura Lamanna, Rsa Ugl Credito di Settingiano: «Il problema principale è la mancanza di unità tra i lavoratori. Sono state convocate due assemblee separate nonostante la richiesta di circa 86 dipendenti favorevoli ad una riunione unitaria: Cgil, Cisl e Uil non hanno risposto mentre nelle altre regioni, come Campania e Puglia, le sigle operano tutte insieme». Più articolato il resoconto di Armando Mascaro, segretario regionale Credito dell'Ugl, presente alla riunione di giovedì a Cosenza indetta dalla "triplice": «Volevamo conoscere le intenzioni di Regione e Invitalia sulla ricognizione di lunedì ma Cgil, Cisl e Uil hanno voluto un tavolo separato: non abbiamo potuto far altro che accettare senza, però, conoscerne i motivi». «Ho aspettato per un'ora che finisse l'incontro e altre tre per un verbale che mettesse nero su bianco le rimostranze dell'Ugl e i criteri alla base dello screening - prosegue -. Abbiamo chiesto metodologie e tempi certi, e la possibilità di conoscere i risultati. Alle 21, con la disponibilità dei liquidatori, abbiamo deciso di indire un nuovo incontro e di firmare il verbale. Ma la telefonata di un alto esponente di Invitalia ha bloccato tutto: abbiamo sentito la motivazione perché il cellulare aveva il volume alto: "se non firma la triplice, non deve firmare l'Ugl"». «Siamo rimasti in sede fino a mezzanotte, in attesa che i liquidatori decidessero diversamente - racconta, ancora, Mascaro -. Per tutta risposta , hanno chiamato la Questura denunciando una occupazione che non c'è mai stata, anche perché eravamo solo in sei tra rappresentanti sindacali e lavoratori. Oggi, allora, chiediamo con forza le dimissioni dei liquidatori che sembrano non in grado di gestire la situazione in autonomia». «Per quanto ci riguarda riteniamo che esistano le condizioni per mantenere lo stato occupazionale: stiamo elaborando delle proposte da sottoporre agli organi competenti» ha concluso il rappresentante Ugl.

sabato 13 settembre 2008

Grazie Gloria...

Gloria Gaynor, con amore

(Autografo sulla mia agendina!)

Catanzaro, 12 settembre 2008

Da Il Quotidiano del 12 settembre 2008

«Siamo pronti al dialogo ma senza sconti, in attesa di capire quali siano le intenzioni dell'amministrazione Olivo».
Il capogruppo di Forza Italia, Gabriella Albano, anticipa il ruolo dell'opposizione in
vista dei prossimi appuntamenti istituzionali, parla della costituzione in consiglio del gruppo unico del Pdl, non risparmia giudizi critici sull'attività della Giunta comunale.
Dottoressa Albano, quale sarà il ruolo dell'opposizione in vista della
ripresa dei lavori?
«Per quanto ci riguarda, l'obiettivo è recuperare il dialogo con la maggioranza per tentare di risolvere i troppi problemi che affliggono ancora la nostra città. Non ho mai condivido un atteggiamento di chiusura che finirebbe con l'essere solo sterile e improduttivo, e non
abbiamo alcun interesse a bloccare i lavori consiliari: occorre, però, un sostanziale cambio di marcia perché Catanzaro, anziché andare avanti, sembra fare passi indietro».
Si costituirà il gruppo unico del Pdl in consiglio?
«Al momento non è in programma. Incontreremo la deputazione nazionale per conoscere le direttive in merito anche se, ancora oggi, non è stata indetta alcuna costituente che stabilisca le procedure».
Chi farà parte del nuovo gruppo?
«Fermo restando che le colonne dovranno essere i partiti di Forza Italia e Alleanza nazionale, vale a dire i primi che hanno condiviso il progetto, il Partito della libertà è aperto a chiunque sia pronto a sostenere il nostro programma di governo».
Esprime un giudizio negativo sull'Amministrazione Olivo: cosa contesta in particolare?
«Registro un preoccupante stallo nella risoluzione dei problemi quotidiani: la città è poco pulita, mancano i controlli, è irrisolta la questione dei parcheggi. Poco o nulla, poi, si è fatto per arginare l'accattonaggio, con bambini piccoli costretti a chiedere l'elemosina:
mi chiedo, cosa sta facendo l'assessorato alle Politiche sociali? E, ancora, come dobbiamo comportarci nei confronti degli extracomunitari? Se non vogliamo ghettizzarli bisogna pensare a progetti per l'integrazione di cui, però, non v'è traccia. E vorrei aggiungere qualcosa
sui recenti concorsi banditi dal Comune».
Cosa non va?
«Alcuni bandi sono stati elaborati male. Penso a quelli per "Istruttori di vigilanza" in cui si chiede la regolarità nei confronti degli obblighi di leva: ma non era stata abolita? Mi sembra, insomma, che si stia dando importanza ai grandi eventi piuttosto che alle difficoltà di ogni
giorno: come ho già detto, Catanzaro più che città accogliente sta diventando la città divertente"».
Come sono i rapporti con l'altra minoranza? Avete individuato una strategia comune?
«In realtà non abbiamo avviato alcuna discussione, sia perché la pausa estiva ha rallentato i lavori sia perché se su alcuni punti abbiamo comuni sensibilità, su altri non c'è un pieno accordo».
Cosa ne pensa dell'ingresso in Giunta di Tommasina Lucchetti?
«Il mio giudizio è positivo. Innanzitutto è una persona molto qualificata, di grande esperienza e cultura. Inoltre, lavorando insieme alla Commissione delle Pari opportunità, ho potuto constatare che è una donna seria, disponibile e sempre presente».
In conclusione, quali sono le problematiche su cui intervenire con urgenza?
«Penso innanzitutto alla sicurezza e ad una maggiore presenza di vigili urbani e forze dell'ordine sulle strade: i cittadini devono sentirsi tutelati. Occorre, poi, una maggiore sensibilizzazione per quanto riguarda i rifiuti e la raccolta differenziata: non è ammissibile vedere cassonetti vuoti e sacchi neri per le strade o contenitori riempiti con materiale di ogni genere».