martedì 28 ottobre 2008

Salviamo il Manifesto!

Non sono comunista ma è una battaglia di libertà!




di Mirko Vespertini
Catanzaro - «NON è vero che siamo insostituibili o fondamentali. È vero, però, che rappresentiamo una voce autonoma e indipendente, una piccola grande testimonianza di libertà in un periodo non felice per il nostro paese. Grazie per il tempo che ci state regalando: è una risorsa preziosissima che nessuno sembra più voler condividere con altre persone». Ida Dominijanni, firma storica de Il Manifesto, interviene durante una pausa della cena organizzata a Catanzaro per sostenere le sorti del giornale comunista, colpito dall’ennesima crisi «di soldi», come l’ha defininita Valentino Parlato. Ad ascoltare, e supportare, la giornalista catanzarese accorrono Adriana Papaleo di Confesercenti e Mariella Fiorita del Circolo Placanica, Isa Mantelli del Centro calabrese di solidarietà e l’avvocato Paola Garofalo, ma anche rappresentanti politici e sindacali (c’erano Danilo Gatto ed Eugenio Occhini, Tommaso Chiodo e Pier Macrì), docenti universitari e studenti, operai e liberi professionisti: in tutto una quarantina di persone che a fine serata consegneranno all’ospite un contributo di circa 800 euro. «Abbiamo commesso tanti errori, non siamo più al passo con le innovazioni tecnologiche, il quotidiano ha gravi carenze: spesso penso che non siamo all’altezza della nostra storia – prosegue Ida –. Eppure lavoriamo in autogestione da 35 anni e abbiamo un costo del lavoro bassissimo, tant’è che guadagniamo quanto un metalmeccanico; inoltre, non abbiamo mai avuto padroni a cui rendere conto». Teatro dell’iniziativa è il ristorante Amici miei, i cui locali accolgono, divisi in quattro tavolate, i partecipanti alla serata. L’atmosfera comincia a sciogliersi dopo i primi bicchieri di vino e diventa conviviale quando il gestore, Saverio Scarcella, imbandisce le tavole di ogni prelibatezza: crocché di patate e polpette di carne, carciofi fritti e pizza ripiena, parmigiana e gateau, trofie con radicchio e salsiccia, soffritto, e dolce “millefoglie”. Si discute dei più svariati argomenti, dalla crisi economica allo stato dell’editoria in Calabria, e non manca l’accenno alle imminenti elezioni americane («Mentre negli U.s.a. un afroamericano rischia di diventare presidente, in Italia siamo fermi; lì c’è una nuova mobilitazione, la gente fa la fila per andare a votare, donne e giovani si sentono protagonisti della vita politica; in Italia, in cui persiste una discutibile diffidenza radical chic sulle vicende d’oltreoceano, viviamo un pericoloso torpore: una vittoria di Obama potrebbe invece dare nuova linfa alla sinistra italiana»). «Sono colpita dall’incredulità che regna nel nostro paese, come se non fosse vera la situazione che stiamo vivendo o come se non si potesse chiamare l’attuale forma di governo per quello che è: un regime - continua Dominijanni -. Molte libertà vengono erose giorno dopo giorno in modo subdolo: se non è fascismo classico è altrettanto pericoloso perché sta modificando la matrice democratica del nostro paese». In conclusione, la giornalista catanzarese dedica ancora una riflessione al progetto dei tagli all’editoria («Colpisce soprattutto l’arroganza del gesto perché si sta distruggendo il senso del pubblico del paese: chi non ha valore di mercato viene eliminato!») e sollecita la costruzione di una nuova rete politica «per superare la depressione in cui ci siamo cacciati: sono passati già 20 anni dalla caduta del muro di Berlino: o la Sinistra si riprende, oppure quella “novecentesca” sparirà definitivamente». La speranza è, comunque, che «il giornale sopravviva e torni ad essere un utile strumento per favorire il passaggio dalle vecchie alle nuove generazioni».

Rifondazione comunista e riforma Gelmini

Sì, ok, va bene....ma le proposte???

Catanzaro - RIFONDAZIONE comunista chiama tutti alla mobilitazione e invita a partecipare, senza remore, alla manifestazione nazionale di giovedì 30 ottobre contro l’approvazione del decreto Gelmini. Lo fa durante una conferenza stampa tenutasi nella Sala concerti del Comune di Catanzaro che ha raccolto dirigenti, simpatizzanti locali e Vito Meloni, del Prc - Dipartimento nazionale scuola. «Stiamo assistendo ad un attacco senza precedenti contro la scuola pubblica - esordice Piero Mascaro, segretario provinciale di Rifondazione – e ad un ritorno al passato fatto di grembiuli, voti in condotta e classi ghetto». «Il decreto Gelmini è umiliante per tutti, alunni, docenti e famiglie; considera l’istruzione non più un bene comune quanto un privilegio per pochi - prosegue Mascaro -. Invitiamo, allora, la ministra bugiarda a ritirare la controriforma e a dimettersi: un invito che proviene dalla regione che le ha regalato l’abilitazione professionale». Tocca ad Ivana Bevacqua, Responsabile scuola Prc della Federazione di Catanzaro, introdurre i lavori: «Il Governo mira a distruggere la scuola pubblica e rilanciare quella privata. Nonostante gli annunci, non è ancora chiaro cosa sarà del tempo pieno; si riparla di maestro unico quando viviamo in una società estremamente complessa. L’unico dato certo è che migliaia di plessi sono a rischio chiusura, soprattutto nelle comunità interne dove maggiore dovrebbe essere la presenza dello Stato». «Forse era meglio quando litigavamo per il protocollo sul Welfare - prova a stemperare Alfredo Iorno, segretario generale Cgil Catanzaro/Lamezia Terme -. Quanto sta avvenendo per l’istruzione è solo un aspetto di quello che potrebbe succedere in futuro: smantellamento dello Stato sociale, taglio delle risorse agli enti locali, accollo dei maggiori costi per le famiglie e i Comuni». Iorno rilancia chiedendo una «maggiore unità da parte di tutti di fronte all’attuale emergenza» e tenendo ben presente che «l’ondata di antipolitica che ha determinato l’esito delle ultime elezioni non è sparita: il governo di centrodestra si batte solo con l’informazione». Interviene, quindi, l’assessore comunale alla Pubblica istruzione Danilo Gatto, il quale ricorda che «già da 15 anni, vale a dire dalla riforma Berlinguer, la scuola subisce riforme che la stanno trasformando in una azienda: la conseguenza è che gli alunni sono utili per ottenere finanziamenti e si scatena una competizione fra gli istituti che incide negativamente sulla qualità dell’istruzione». «Viene colpita la formazione elementare che rappresenta una eccellenza per il nostro paese - aggiunge - e si chiudono gli istituti dei quartieri difficili delle città come Pistoia e Germaneto per Catanzaro, col rischio di lasciare ampi territori alla delinquenza urbana. Meglio perdere qualcosa dal punto di vista economico ma guadagnare di più dal punto di vista sociale». «La scuola italiana era una delle poche cose che funzionava bene, ma aveva bisogno di qualche riforma e non di un totale stravolgimento - è il pensiero di Alberto Scerbo, docente dell’Università Magna Graecia di Catanzaro -. Abbiamo adottato modelli che non ci appartengono come il 3 + 2 che si è rivelato un totale fallimento. Si è abbassata la qualità dell’università che vive un processo di liceizzazione: si pensa sempre e solo a promuovere senza sapere come». «Possiamo ridurre tutto alla produttività? - si domanda ancora Scerbo - Penso proprio di no! Il nostro compito è formare uomini e donne che siano in grado di stare nella società». Le conclusioni sono di Vito Meloni: «Si prospetta una stagione diversa rispetto le precedenti sia in termini numerici, con la spesa per l’Istruzione che in rapporto al Pil ci pone agli ultimi posti in Europa; sia qualitativi, perché il metodo adottato dal Governo, vale a dire la decretazione d’urgenza, esclude il dibattito e la partecipazione democratica». « Con la regia di Giulio Tremonti stanno per approvare una legge dicendo bugie e proponendo soluzioni che ci portano indietro di 50 anni - rimarca Meloni -. Rilevo, poi, lo straordinario silenzio degli intellettuali quando non la complicità col potere». «Ognuno faccia il proprio lavoro all’interno della scuola senza vergognarsi di difendere anche un solo posto di lavoro - conclude il rappresentante del Prc -. Occorre fare quanto necessario affinché il movimento cresca, si radichi e si radicalizzi coinvolgendo alunni, docenti e genitori: anche se il decreto Gelmini dovesse essere approvato, non è vero che non si può fermare». Durante il dibattito, da segnalare l’intervento di Alessandro Grande, maestro di violino da settecento euro con un mutuo e due figli a carico («Considerano noi uno spreco e non i soldi che si spendono inutilmente per i progetti scolastici o le classi, in provincia di Catanzaro, con due allievi e dieci insegnanti») e quello di Nicola Fiorita, docente presso l’Università di Firenze («Col blocco del turn over, il lavoro graverà sui giovani docenti che non potranno garantire una adeguata preparazione ai discenti: abbiamo il compito di formare la nuova classe dirigente e non di illudere le persone»).

sabato 25 ottobre 2008

Da Il Quotidiano del 25 ottobre 2008

Catanzaro - Samuele Furfaro da Melicucco racconta che «in America, se hai una idea, vieni ascoltato, se vali vieni premiato e a tutti viene concessa una possibilità». Rientra in Calabria «con entusiasmo ma anche con rabbia perché tra tante difficoltà è più forte la voglia di realizzare qualcosa». La crotonese Irene Magistro aggiunge: «Siamo motivati perché convinti di poter dare il nostro contributo». E Anna De Caro, proveniente da Rende, conclude: «Lasciateci lavorare altrimenti ci annoiamo e andiamo via». Samuele, Irene e Anna sono tre giovani imprenditori calabresi ai quali la fondazione Field ha assegnato una borsa di studio per partecipare al progetto The Global Village for future leaders of business and industry”, un periodo di formazione svoltosi la scorsa estate presso la Lehigh University della Pennsylvania e incentrato su specifiche aree tematiche come “Leadership e cultura d’impresa”, “Management e gestione d’impresa”, “Networking”. «L’iniziativa è nata da una partnership tra la stessa Field e lo Iacocca Institute (da Lee Iacocca, imprenditore italo-americano e fondatore della scuola, ndr) - esordisce il presidente della Fondazione, Mario Muzzì, nella conferenza stampa convocata presso la sede regionale di via Massara – e il fatto che i partecipanti tornino entusiasti e vogliosi di rimettersi in gioco, ci riempie di orgoglio. È un progetto che ci interessa non solo riproporre ma intensificare, magari ospitando in Calabria le manifestazioni dello Iacocca Institute». Sulla stessa scia il professor Luca Meldolesi, presidente del Comitato scientifico: «Innanzitutto, si crea un legame diretto con l’America pur sapendo che dalla nostra regione è difficile guardare il resto del mondo. Inoltre, chi partecipa alle scuole post laurea statunitensi impara che il ritmo e l’intensità del lavoro è tutta un'altra cosa: un metodo molto utile per affermare le potenzialità della nostra regione». Per il futuro Meldolesi annuncia il potenziamento del progetto per «portare l’America in Calabria: non solo calabresi che vanno a formarsi all’estero - spiega - ma dobbiamo migliorare le capacità funzionali e amministrative della regione per accogliere i cervelli stranieri e, soprattutto, favorire gli investimenti di capitali sul territorio». Presenti all’incontro altri membri del Comitato scientifico come Rosaria Amantea («Dal 2003 circa venti giovani calabresi hanno affrontato lo stesso percorso di formazione con risultati estremamente lusinghieri, soprattutto in termini di entusiasmo e di voglia di reinvestire nella propria terra») e Santo Versace («Credo nella contaminazione e nell’incontro tra diverse realtà; ora c’è bisogno di una “rivoluzione” culturale per dare spazio ai tanti giovani talentuosi della Calabria: abbiamo bisogno di guerrieri e non più di pecore»); e poi, il direttore generale Anna Maria Cardamone, il direttore tecnico Cosimo Cuomo, nonché, per il consiglio direttivo, Francesco Cicione e Anna Nucera («Quanto realizzato dalla Field è un granellino di sabbia: è poco ma è un buon inizio. Aiutiamo i nuovi imprenditori a crescere, seguiamoli, ragioniamo insieme su quello che di positivo si può fare: parliamo di meno e agiamo di più»).

mercoledì 22 ottobre 2008

Nasce "La ragione e il tempo"

Si è formalmente costituita l’associazione culturale senza scopo di lucro “La ragione e il tempo” con l’assemblea dei soci fondatori del 17 ottobre 2008 durante la quale sono stati approvati l’atto costitutivo e lo statuto. Nel quadro generale della crisi del modello economico internazionale e dei segnali di recessione dei sistemi produttivi, con gli effetti che si riversano nel già debole tessuto socioeconomico italiano, l’associazione opera con iniziative di studio, di riflessione, di analisi e di proposta per contribuire, partendo soprattutto dalla realtà territoriale locale, alla formulazione di idee e progetti per nuove direttrici di sviluppo. “La ragione e il tempo” nasce con l’obiettivo di coinvolgere saperi, esperienze e professionalità nel lavoro di ricerca che ha il suo centro naturale di attenzione sui problemi del Mezzogiorno e della Calabria, ma che vuole operare anche nell’interscambio di studi e di conoscenza con esperienze nazionali e internazionali. Scopo dell’associazione è quello di offrire sedi di studio e di analisi per dare un apporto significativo alla formazione di cittadini consapevoli e all’altezza delle problematiche della contemporaneità, come passaggio ineludibile per la formazione di una classe dirigente preparata e all’altezza dei compiti, e che scelga come propri principi ispiratori lo studio dei problemi, la conoscenza e il merito. In questo ambito, oltre al “Seminario di formazione culturale e politica” in corso di svolgimento con le lezioni su “Il pensiero politico”, “Stato e mercato” e “Il governo del territorio”, 18 appuntamenti con esperti e protagonisti della vita politica e sociale locale e nazionale, l’associazione sta mettendo a punto un articolato programma di iniziative per il 2009 di alto valore culturale e scientifico. La compagine nasce, pertanto, dall’esigenza di costruire un nuovo soggetto politico, pur non appartenendo per costituzione ad alcuno schieramento. Essa è aperta a tutti coloro che condividono i principi di solidarietà, di uguaglianza delle opportunità, di giustizia economica e sociale, di rispetto dei diritti della persona. L’assemblea dei soci fondatori ha provveduto alla nomina dei rappresentanti dell’associazione: presidente Carlo Scalfaro; vice presidenti Luigi Ciambrone e Nunzia Colosimo; Segretario Mirko Vespertini; Tesoriere Antonio Iuliano; Consiglieri: Franco Citriniti - Problemi del lavoro; Luigia Colella - Europa e politiche comunitarie; Luigi Faini - Rapporti con il mondo dell’associazioni; Maria Librandi - Rapporti Scuola e Università; Fausto Piane - Internet e nuove tecnologie, Responsabile sito web; Pasquale Squillace - Urbanistica e assetto del territorio; Francesco Santopolo – Problemi dello sviluppo economico.

martedì 7 ottobre 2008

Da Il Quotidiano della Calabria del 7/10/2008

Il primo consiglio comunale autunnale, convocato dal presidente Franco Passafaro non riserva particolari sorprese: presenti 36 consiglieri, ordini del giorno approvati dalla maggioranza, un dibattito particolarmente acceso in cui le parti non si sono risparmiate reciproche accuse. Eppure, il consesso, previsto per le ore 10 e 30, inizia con circa due ore di ritardo, tant'è che i primi interventi sono tutti incentrati sul rispetto del regolamento.
Ritardo dei lavori e modifiche al regolamento statutario.
È Mario Tassone a introdurre il problema sottolineando come «il ritardo sistematico con cui vengono avviati i lavori non fa bene al prestigio dell'istituzione». La proposta? «Su iniziativa del presidente del consiglio e con l'ausilio dei capigruppo, riformiamo lo statuto e il regolamento per iniziare subito i consigli con la discussione ed espletare l'appello solo al momento del voto». Mimmo Tallini (passato con Sergio Costanzo, Jhonny Corsi e Francesco Nisticò al Gruppo misto) ribadisce che «la circostanza è stata più volte sollevata in conferenza dei capigruppo ed esiste già un deliberato che prevede una mezz'ora di tolleranza tra l'altro mai rispettata». Incalza Franco Cimino: «Da tempo non partecipo alla conferenza dei capigruppo per motivi già comunicati alla presidenza tra cui la poca efficacia, dal punto di vista politico e operativo, delle decisioni che vi vengono prese. Constato poi che tante comunicazioni proposte dalla minoranza
non vengono prese in considerazione così ledendo le funzioni del consiglio comunale: la situazione deve cambiare». Aggiunge Wanda Ferro che «tempo fa fu fatta una lettera per il rispetto delle regole: oltre la mezz'ora di ritardo si procedeva con l'appello nominale. Allora, regole chiare già dal prossimo consiglio comunale: dobbiamo avere un maggiore rispetto per il nostro ruolo se poi lo esigiamo all'esterno». Dopo la posizione della minoranza tocca al capogruppo del Pd spiegare
le proprie ragioni: «Chiedo scusa a nome dei colleghi di maggioranza per il ritardo che considero, comunque, non eccessivo – dice Alcide Lodari -. Abbiamo avuto un breve incontro col sindaco Olivo e chi ci consce sa che ci teniamo alla puntualità. Quante volte abbiamo aspettato voi mattinate intere quando eravamo all'opposizione? Per eventuali modifiche al regolamento occorre un impegno unanime». Ribatte subito Baldo Esposito rivolgendosi a Passafaro: «La conferenza dei capi gruppo viene sistematicamente delegittimata: lei, presidente, è sempre disponibile a cambiare la rotta ma nei fatti non avviene mai nulla». Per Vincenzo Merante, «il dato significativo è la convocazione dopo mesi del consiglio comunale nonostante i tanti ordini del giorno e le numerose questioni nel cassetto. Il sindaco Olivo, per esempio, in qualità di componente dell'Anci, ben avrebbe potuto sollecitare incontro per illustrare a tutti noi le conseguenze del federalismo fiscale tant'è che nessuno dei consiglieri presenti ha contezza di
quello che si è deciso».
Verifica dell'equilibrio di bilancio.
Il primo punto all'ordine del giorno prevede l'approvazione della "Ricognizione dello stato dei programmi e verifica degli equilibri di bilancio". Presente in aula l'assessore al ramo, Beppe Marcucci, che spiega l'importanza e il significato dell'approvazione: «Si tratta di verificare che le previsioni di bilancio si stiano realizzando e non ci sia uno sforamento nei conti. La pratica arriva con qualche giorno di ritardo (il termine era il 30 settembre) ma va obbligatoriamente
approvata pena lo scioglimento del consiglio comunale». Marcucci prosegue sottolineando che «le previsioni di spesa si stanno verificando senza sbilanciamenti nonostante la situazione dei conti
pubblici sia problematica per l'attuale crisi finanziaria internazionale. Il nostro comune si è visto ritirare dal Governo centrale i finanziamenti per l'emergenza alloggiativi, circa 2,4
milioni di euro, mentre abbiamo l'impegno che i soldi dell'Ici sulla prima casa saranno in qualche modo restituiti». «La nostra situazione finanziaria non è rosea: anche se non è prevedibile un eventuale dissesto finanziario per il mancato introito dell'Imposta comunale occorre una ricognizione con i dirigenti dei debiti fuori bilancio. Stanno maturando alcune situazioni risalenti nel tempo che non ci lasciano del tutto tranquilli ma se ragioniamo con prudenza possiamo accantonare una parte dell'avanzo di bilancio per non correre rischi». L'intervento dell'assessore al Bilancio scatena un dibattito nel quale si parla di tutto e di più. Per Rosario Mancuso, «la valutazione della delibera sulla verifica di bilancio comporta capacità di gestione amministrativa, finanziaria e tecnica, compito, pertanto, di chi ha cognizioni adeguate allo strumento finanziario. Ne approfitto per ribadire la mia appartenenza alla maggioranza di centrosinistra col quale chiuderò la mia esperienza legislativa. Ritengo, comunque, necessaria un'azione di rilancio e le critiche all'azione della giunta sono solo un contributo a migliorare e soddisfare le richieste dei
cittadini». Mario Tassone aggiunge che «le false economie stanno dimostrando tutta la loro vulnerabilità anche se c'è una tenuta sostanziale delle nostre strutture finanziarie: quello dobbiamo chiedere è il rispetto delle regole. Quando parliamo della ricognizione dello stato dei programmi, ci sono alcune posizioni nei confronti dei comuni che non ho capito. Non chiedo lo smantellamento delle province come hanno fatto il centrodestra e il centrosinistra; è vero, però, che sono stati sottratti dei finanziamenti e che sul federalismo fiscale il consiglio comunale dovrebbe avanzare una proposta alla luce dell'esperienza, dell'autonomia, della storia della
città di Catanzaro». Per l'attacco frontale al sindaco Olivo occorre aspettare l'intervento di Sergio Costanzo, il quale si rivolge direttamente al primo cittadino: «Non la vedo mai nel centro storico e nei quartieri; nei sondaggi sull'apprezzamento dei sindaci non è citato. La sua permanenza è una speranza per il mio futuro politico: fa aumentare ogni giorno i nostri consensi». L'arringa di Costanzo prosegue su quanto esposto da Marcucci: «Per i debiti fuori bilancio sono stati messi fondi da parte? I progetti comunali sono stati finanziati dalla regione? Siamo stati richiamati dalla Corte dei conti per le consulenze esterne eppure paghiamo fior di euro a persone come Rita dalla Chiesa e Elena Bova che non si capisce che cosa facciano».
Domande che trovano sponda nell'intervento del capogruppo della Nuova alleanza: « È possibile conoscere l'ammontare dei debiti come più volte abbiamo richiesto? In che modo incidono sull'equilibrio del bilancio? Il mancato introito dell'Ici in che tempi può provocare
danni? A quanto ammonta l'avanzo di amministrazione? Occorre che l'amministrazione comunale trovi le risorse per far fronte alla crescente povertà non limitandosi ad aspettare i Por annunciati ma ancora non attuati. Riprendiamo, poi, la pratica con la quale chiediamo una legge ad hoc per il riconoscimento di Catanzaro città capoluogo di regione». Anche MimmoTallini non lesina bordate a Rosario Olivo: «Sono circa tre mesi che non ci vediamo né col sindaco né con
gli assessori. Intanto è successo che c'è uno stadio chiuso per cui ancora oggi entrano solo gli abbonati; la notte piccante è stato un grande bluff perché il programma non è stato rispettato; è stata decisa l'abolizione dell'ascensore di Bellavista per un costo di circa 500 mila euro: chi lo ha deciso e perché? Un alluminio copre da tempo la scalinata del Masciari; la recente sentenza del Consiglio di Stato che trasferisce l'Agenzia delle dogane a Reggio Calabria. Per non parlare del pullman dell'Amaco di Cosenza che serviva la città di Catanzaro. Ha ragione Cimino quando dice che le cose vengono decise nel chiuso delle stanze. S vuole un consiglio, mandi via Romeo
dall'Amc che sta combinando un sacco di guai». Le accuse di Tallini proseguono sulla recente nomina del maresciallo Fiorentino Gallo a consulente per la Legalità e la sicurezza del Comune: «sono spesi bene 64 mila euro per chi deve garantire ogni forma di abusivismo? È la dimostrazione, allora, che negli ultimi mesi avete lavorato male perché la città è sporca, disordinata e abusata da tutti. A viale Isonzo, poi, gli alloggi popolari sono abusivamente occupati dai nomadi: un intero quartiere in mano a criminali. E a Marcucci consiglio di non azzardarsi in commenti politici altrimenti si dimetta e svolga un altro ruolo». E se Valerio D'Andrea dichiara il proprio voto favorevole e «l'assoluta fedeltà alla maggioranza, messa in forse da
qualche organo di stampa», Esposito ribadisce la necessità di un chiarimento sui debiti fuori bilancio e sulla necessità di una legge regionale ad hoc per Catanzaro capoluogo».
Tocca a Benedetto Cassala ribattere punto su punto, quanto sostenuto dai banchi dell'opposizione: «Dopo quarant'anni siamo intervenuti seriamente sulla questione Ceravolo per evitare che dal prossimo anno si ripropongano gli stessi problemi: un intervento di 2 milioni e
mezzo di euro per mettere in sicurezza lo stadio. Preciso che l'agibilità attuale è di circa 7500. Sul pullman dell'Amaco, ricordo a Tallini e Costanzo che il parco auto dell'Amc è vetusto già quando
loro erano consiglieri e i mezzi fuorono acquistati attingendo dal Tfr dei lavoratori: cosa hanno fatto loro per cambiare le cose? Incalza Eugenio Occhini che quando la minoranza era al governo, con una delibera del 2001 fu incaricato uno studio esterno per la riforma
della pianta organica comunale: per 2 milioni al giorni che la stesso professionista chiese di revocare perché il lavoro non poteva essere espletato. Drastico Vincenzo Merante: «Ho fatto bene a lasciare la maggioranza assolutamente contraddittoria e inconcludente sono curioso
di conoscere i bilanci consolidati delle partecipate e se sono rispettate le nuove limitazioni nomine dalla finanziaria ai consigli di amministrazione. Ci sono le condizioni per rivoltare pagina e
provvedere nuove elezioni». Wanda Ferro difende l'operato delle precedenti amministrazioni («abbiamo puntato sulla qualità e sulla professionalità, non bisogna generalizzare ma contestualizzare le consulenze esterne»), invita ad essere coerenti nei comportamenti
(«non è il caso di assumere posizioni diverse a seconda che si è maggioranza o opposizione»), spiega il motivo per cui la Provincia non ha finanziato la Notte piccante («l'idea è bella ma non si può limitare ad una somministrazioni di cibi e bevande: Catanzaro merita qualcosa di più») e propone di lavorare in sinergia («nel rispetto delle differenze e delle diverse posizioni ideologiche») per non perdere l'ultimo treno degli aiuti comunitari «e per parlare del presente e del futuro e non più del passato». Una maggiore attenzione per Catanzaro la chiede Carlo Nisticò che invita la maggioranza a insistere per una legge regionale ad hoc sul capoluogo. Alcide Lodari invita a rispettare la sede del consiglio comunale assumendo atteggiamenti
consoni e moderando il linguaggio, anche perché non si è parlato dell'argomento all'ordine del giorno. Prima dell'appprovazione con 21 votoi favorevoli, sette contari e due astenuti, un dato che Mimmo Tallini non mancherà di far notare («la maggioranza non esiste più!»)
Marcucci precisa che la Corte dei conti non ha espresso nessuna diffida ma ha invitato il Comune ad adottare un regolamento sulle prossime noimine esterne; «ci sono circa 10 milioni di euro
accantonati per eventuali debiti fuori bilancio».