giovedì 20 maggio 2010

L'invasione di Nostra Signora Art - Reloaded - 22 maggio 2010

«Un soffio, un portone che cade...signora Art è all’ interno delle metropoli. Un tuono, lacrime sottili che precipitano e gli invasori alzano i sensi estetici al cielo. Ella dice: “Non paventate ma entrate silenziosi e occultatevi, non è ancora l'ora”. Così, i suoi condottieri ora sono all'interno delle città, sono tra voi, sono come voi: forse uno di loro vi è al fianco mentre salite sull'autobus, forse è l'agente che vi ferma per controlli, forse è dietro di voi al supermercato mentre fate la fila per pagare. Forse è tuo figlio, o tuo marito, tua moglie, tua madre, tuo padre...Una cosa è certa: anche se fosse, anche se egli non ti mostrerà la sua vera identità, il motivo è che sta per donare qualcosa di grande al tuo quotidiano». (Phil Tes)


E' in arrivo la seconda edizione dell'invasione di Nostra Signora Art, evento che lo scorso anno ha coinvolto 21 città italiane: la creatività di 300 artisti s'impadronì delle strade urbane, catturando l'attenzione di ignari spettatori sorpresi nel loro trantran quotidiano. Arte gratuita, libera da schemi, fuori dalla logica del mercato e realizzata solo per il gusto di vedere la propria città più bella senza ledere ne sporcare.
L'arte tornerà ad invadere le strade nella notte tra il 22 e 23 maggio, questa volta allargando le sue braccia fuori confine ed oltre oceano.
Artisti argentini, svizzeri , russi, ucraini e italiani (sono le nazioni con coordinatore, mentre paesi dove non vi è il coordinatore che parteciperanno sincroni sono Francia, Inghilterra, Spagna e Germania) saranno per una notte e per la giornata seguente uniti dall'amore per l'arte e la sua forza di trasformare, uniti pur essendo lontani.
Ognuno dalla propria città, dal proprio paese collaborerà nella realizzazione di questa grande performance:Oltre 1000 artisti in una grande energia globale.
L'evento avviene senza alcun tipo di autorizzazione, ma nel pieno rispetto delle città e dei loro abitanti perché l'arte, quella vera, non imbratta, non offende, non inquina. Perché l’arte è cosa di tutti e per tutti. Perché l’arte è vita.
Cordiali saluti
Nostra Signora Art

REGGAE TRAIN SUN FEST 2010


Sarà la leggenda del reggae Derrick Morgan l'ospite che segnerà l'edizione 2010, il cui inizio è previsto per il prossimo 12 giugno. Assieme a lui band e dj nazionali e locali saliranno sul palco del Reggae Train. E poi tante reggae crew calabresi intratterranno il pubblico tra un concerto e l'altro.

Ecco il programma:

Concerti
ore18 Freedom Fighters (kr)
ore 20Quartiere Coffee (Gr)
Showcase con Gioman, Kalafi, Buzzurro Manzish e KayOne
ore 22 Derrick Morgan & Skankin' Time (JAM)
Mc Entartainer: Manu Czion
REGGAE YARD
Kissusenti Czion Mujina Ghetto Roots NewCastro Dj Snake Mods Rules Cz Mighty Soldiers
E poi spazio all'arte con la mostra "STRAPULP" a cura di Angelo Nifosì e Niko Citriniti.
Per l'angolo delle associazioni interverranno: Amnesty International sezione di Catanzaro, Terra di confine, Altracatanzaro, Sentinelle del mattino, Movimento Antrazzista Catanzaro e Amistrada.
Dopo la chiusura prevista per la mezzanotte, il Reggae train continua all'Hemingway di Catanzaro Lido (località Giovino): dancehall a ingresso libero fino all'alba con le varie crew ospiti del festival. Ospite speciale i salentini BOOMDABASH con Big e Paya, due delle più belle voci reggae italiane.

mercoledì 12 maggio 2010

Nasce Slow Food catanzaro Università: intervista al fiduciario, avvocato Giuseppe Costabile.


Si chiama Giuseppe Costabile, ha 35 anni e di professione fa l'avvocato. Niente di strano in una città come Catanzaro. Ma il nostro ha anche una sconsiderata passione per il cibo e per i vini: cosa che lo ha portato ad esser nominato, all'unanimità, fiduciario di una nuovissima condotta Slow food che, nel giro di poche settimane, ha già riscosso un inaspettato successo.
Avvocato Costabile, quanti siete e come ci si iscrive alla nuova condotta Slow Food?
«Siamo circa settanta soci e per partecipare si possono richiedere informazioni via e-mail all’indirizzo info@slowfoodcz.it oppure seguire le indicazioni sul sito internet www.slowfoodcz.it».
Descriva l'associato tipo.
«È una persona curiosa, un gastronauta che ama la ricerca e la tutela del piacere per il buon cibo. Sia chiaro, il diritto al piacere non deve essere appannaggio di pochi quanto uno stile di vita da promuovere».
In un periodo di forte crisi economica, crede che avrà successo una iniziativa del genere?
«Credo proprio di sì perché mai come oggi è importante creare una rete virtuosa di relazioni tra produttori, ristoratori, consumatori e istituzioni; un sistema rispettoso dell’ambiente e capace di mettere insieme saperi e sapori. L’obiettivo è ottenere un prezzo giusto del prodotto finale che soddisfi sia il produttore sia il fruitore.
Su cosa concentrerete l’attenzione?
«Sosterremo la creazione di gruppi di acquisto solidale, i mercati contadini affinché si riapproprino delle piazze, gli acquisti in aziende selezionate, i cibi in via di estinzione. Puntiamo, ancora, sulla salvaguardia della biodiversità agricola, sull’attività volta a favorire i processi di consumo locale, sulla valorizzazione dei prodotti di stagione».
L'enogastronomia calabrese può ambire alla ribalta nazionale?
«Il cammino è ancora lungo ma la nostra regione ha grandi potenzialità: penso, ma solo a titolo di esempio, ai vitigni autoctoni come il gaglioppo, il nerello ed il magliocco; ai prodotti caseari come il pecorino del monte Poro e ai salumi; al Moscato di Saracena, già entrato a pieno titolo nell’olimpo dei passiti italiani».
Vuole indicare qualche altra carica della nuova condotta?
«Costituiscono la” piccola Tavola”, ossia il comitato direttivo dell’associazione, Mariano Davoli con funzioni di vice-fiduciario, Nicola Fiorita con funzioni di segretario, Paola Masciari con funzioni di tesoriere, Mariano Calogero, Patrizia Costantino, Lily Focarelli e Teresa Cubello».
Quali saranno le prime iniziative?
«Con cadenza mensile, da qui sino alla fine dell’anno, abbiamo in programma giornate di approfondimento teorico e degustazione con protagonisti la birra artigianale, il pesce azzurro, il gelato artigianale, i funghi e tartufi di calabria, la carne podolica, la pasta di gragnano e i vini regionali. Stiamo, poi, organizzando la prima rassegna cinematografica dedicata a temi enogastronomici, la partecipazione al Salone internazionale del gusto di Torino e due eventi promozione di vini ed eccellenze gastronomiche italiane. Sempre, comunque, con un occhio di riguardo per la produzione locale».
Come saranno i rapporti con le altre condotte?
«Ci impegneremo a favorire rapporti di interscambio, lealtà e collaborazione, tanto più che a breve sarà istituito un strumento di governo regionale, avendo la Calabria superato i 500 iscritti».
Cosa si aspetta dalla neonata condotta?
«Entusiasmo, partecipazione, collaborazione e, naturalmente, spirito di convivialità».

"La prima bufala" di Slow Food Catanzaro Università.


Non poteva che chiamarsi “La prima bufala” l’appuntamento della neonata condotta Slow food di Catanzaro che sabato scorso ha fatto visita all’azienda Salazar di Soveria simeri, specializzata proprio nell’allevamento di bovini. Una gita molto suggestiva che ha fatto conoscere, ai numerosi partecipanti, alcune importanti realtà economiche della zona e degustare la bontà dei prodotti locali. L’incontro è stato preceduto da una interessante dimostrazione di come nasce e prende forma la mozzarella, grazie all’abilità di Antonio Grillo e Pietro Ianò che hanno spiegato ai presenti le varie fasi della lavorazione: dagli ingredienti necessari, alla filatura fino alla formatura. Immancabile e gustoso l’assaggio del prodotto finito. Quindi, ospiti della trattoria U ‘Nozzularu, un vecchio frantoio trasformato in locale rustico con muri in pietra e soffitti in legno, i convitati hanno potuto degustare la bufala nei formaggi (oltre alla classica mozzarella, lo stracchino, la ricotta e il gorgonzola), nella pasta al ragù, stufata con patate e carote, e nel dolce (un delizioso yogurt con fragole). Molto apprezzati, naturalmente, le ulteriori prelibatezze servite come antipasto: dai ceci col finocchietto selvatico alla zuppa di fagioli, dalla frittata di asparagi alle melanzane gratinate. «La nostra filosofia è promuovere una cucina di qualità valorizzando i prodotti locali attraverso una collaborazione con le aziende del luogo» ha spiegato il titolare del ristorante Giuseppe Camastra. «Non è dunque un caso - ha proseguito - che le fave secche sui tavoli siano state appena acquistate da contadini locali. Così come la sinergia con i Salazar, che hanno fornito i prodotti caseari e la carne di bufala, e con l’azienda agricola La tenuta del conte di Cirò, che ha prodotto il vino rosso e rosato che state degustando». «Lavorare insieme per valorizzare le nostre produzioni è la strada che abbiamo deciso di seguire per rilanciare l’enogastronomia calabrese» ha concluso Camastra. Nel pomeriggio, la comitiva ha potuto visitare l’allevamento di bufale dell’azienda Salazar: una ottantina di capi, di cui circa settanta femmine, che con occhi spiritati hanno osservato il gruppo di visitatori; una vasta produzione artigianale di frutta (arance, mandarini, ciliege) e verdura (carciofi, asparagi, bietola) e tante, tante, pecore.

lunedì 10 maggio 2010

www.nonniincercadicompagnia.it

Alessandra Stranges, trentatreenne calabrese di Rende, è una emigrata di successo. Anni fa ha lasciato la nostra regione per spostarsi a nord in cerca di fortuna e, a quanto pare, l’ha trovata. Solo che il suo nord si chiama Basilicata, il suo successo è legato all’attività di Project manager presso una avviatissima società informatica locale, la sua fortuna è aver trovato un ambiente di lavoro e di vita consono alle sue aspettative. La notizia è che la nostra (laureata con lode alla facoltà di Farmacia all’Unical, giovane vincitrice nel 2003 della borsa di studio “L’Oreal - Unesco for women in science”) ha una particolare propensione per il volontariato, tale che s’è inventata un originale progetto che rischia di incidere in maniera decisiva su uno dei problemi futuri del nostro paese: la solitudine degli anziani.

Come è nato il sito www.nonniincercadicompagnia.it?

È nato dalla mia esperienza di volontaria presso un servizio di ascolto per persone disagiate: mi è capitato spessissimo di ricevere telefonate da anziani soli. Il tono e il contenuto delle chiamate mi hanno fatto accorgere di quanto siano abbandonati a loro stessi: ad esempio, genitori, anche vedovi, coi figli lontani per motivi di studio o di lavoro.

Esattamente, di cosa si tratta?

Abbiamo costituito una associazione no profit il cui scopo è consentire agli anziani soli di incontrarsi via web: ci si iscrive al servizio (di persona o tramite un parente o un amico), lasciando i propri dati e la propria richiesta (se si cerca un uomo, una donna, un compagno autosufficiente, se per il giorno o per la notte, per convivere); quindi, il sistema cerca tra tutti gli iscritti quelli che rispondono alle richieste dell’utente, privilegiando, in ogni caso, coloro che vivono vicino. Infine, vengono effettuate delle notifiche all’utente, che potrà così contattare direttamente l’altro nonno in cerca di compagnia.

Chi siete e chi vi aiuta?

Siamo un gruppo di giovani professionisti, impegnati nei lavori più diversi: una rete di collaboratori volontari che con il loro impegno personale ha creato il sito web e il sistema che ne consente il funzionamento.

A chi è rivolto il servizio?

A tutti gli anziani soli del territorio nazionale. Siamo ambiziosi: crediamo che con la giusta pubblicità e le relazioni che stiamo già intessendo con alcuni interlocutori interessati (le Poste Italiane, ad esempio, vorrebbero diffondere il servizio attraverso i propri sportelli) possiamo dare un contributo importante per risolvere il problema. Inoltre, grazie al web e al fatto che le generazioni future saranno native digitali, perché non sognare un giorno in cui esisterà un sistema multilingue per cercare compagnia tra anziani?

Ma non esistono già iniziative del genere sul territorio?

Purtroppo no, e lo dimostrano i social network che abbiamo attivato e che hanno avuto un riscontro positivo; così come le centinaia di adesioni dei sostenitori e le richieste di iscrizione al sito internet. È paradossale e, al tempo stesso, semplice: le solitudini non si incontrano perché nessuno (servizi sociali, parrocchie) ha pensato di agevolarne l’incontro; eppure persone sole ne esistono, e tante!

Pensa che tramite internet avrà la giusta diffusione (difficoltà anziani computer)?

Siamo consapevoli che un limite del progetto è l’attuale livello di informatizzazione della popolazione, ma i dati ci dicono che sono sempre più i nonni che si avvicinano al personal computer per stare vicino ai propri cari. Siamo, però, altrettanto consapevoli che oggi dobbiamo fornire alla terza età altri canali, non solo quello web, per accedere al servizio. Ecco perché vorremmo coinvolgere altri soggetti, come le farmacie, per aiutare quanti più anziani possibile ad iscriversi al servizio.

Cosa si aspetta?

Vorremmo dare un aiuto concreto, gratuito, solidale a tutti quegli anziani che vivono in solitudine. Perché in una società che diventa sempre più arida ed egoista, dove il bisogno individuale è indifferente alle problematiche sociali più impellenti, serve una presa di posizione concreta fatta di azioni e non di parole. La solitudine resta ad oggi la più mortale delle malattie: chiediamo aiuto a tutti per sconfiggerla insieme, partendo dal web.

domenica 2 maggio 2010

Primo maggio 2010. Rosarno.

E' strano arrivare a Rosarno per la festa dei lavoratori.

Usciti dalla Salerno - Reggio Calabria, ci accorgiamo di aver imboccato la strada giusta perché al primo svincolo ci sono carabinieri, polizia e guardia di finanza a indicarti la via.

La prendiamo alla larga, arriviamo fino al porto di Gioia Tauro e torniamo indietro percorrendo una statale che costeggia i famosi agrumeti della piana, principale fonte di reddito per la popolazione locale e origine degli scontri interrazziali dei mesi scorsi.

Prima impressione: siamo a sud e si vede.

Entriamo nella cittadina di tredicimila abitanti circa da un sottopasso allagato; seguiamo la carreggiata confidando in qualche segnale ma le indicazioni sono rare come le opportunità di un lavoro regolare.

Intorno il paesaggio è quello da moderno paese calabrese: in una vasta distesa pianeggiante si alternano benzine, centri commerciali, depositi, case a due o tre piani, spesso senza intonaco e con sopraelevazioni abusive, il tutto sena alcuna linea di continuità.

Alla fine di un rettilineo ci dicono di parcheggiare alla stazione e prendere una navetta per raggiungere il raduno; ma arrivati alla ferrovia decidiamo di proseguire con la macchina: la vita scorre tranquilla, se non ci fossero le bandiere rosse della Cgil e quelle biancoverdi della Cisl, portate da gente coi berretti colorati e i panini in mano, sembrerebbe una qualunque giornata festiva.

Sono quasi le 11 e ci accorgiamo che il corteo e i comizi più importanti ci sono già stati: infatti, in parecchi camminano in senso contrario rispetto al nostro.

Parcheggiamo a poche centinaia di metri da piazza Valarioti, epicentro della manifestazione.

I locali ci indicano distrattamente la strada, avvertiamo indifferenza se non insofferenza: il dato emergerà dai resoconti dei giornalisti che sottolineeranno l'assenza di Rosarno alla manifestazione del I maggio.

Arriviamo nello spiazzo mentre dal palco urlano la loro indignazione i precari dei call center e quelli della scuola; i leader nazionali sono già andati via: l'ultimo è Guglielmo Epifani che ci passa accanto "scortato" dal servizio d'ordine della Cgil in una scena paradossale e un pò ridicola.

Il clima è di smobilitazione: bisognava fare in fretta per non perdere l'aereo per Roma, direzione piazza San Giovanni.

Ci dicono che sono passati gli assessori regionali Talarico e Stillitani, il segretario del Pd Guccione e il sindaco di Cosenza Perugini. Noi riusciamo scorgere solo qualche fascia tricolore di sindaci locali, soprattutto quella di Giannetto Speranza: baci e abbracci, saluti e pacche sulle spalle, sembra lui il protagonista della mattinata.

Si avvicina e ci stringe la mano mentre qualcuno gli dice: «La volevamo sindaco di Catanzaro!». «Ora sono il sindaco di Lamezia Terme, è quello che voglio fare e speriamo me lo lascino fare» la laconica risposta.

Il tempo di una spremuta d’arancia e di una pizza ripiena (gentile offerta della Cgil di Catanzaro, ndr) accanto alla casa del popolo intitolata a Giuseppe Valarioti, il dirigente comunista ucciso negli anni ’80 in un agguato di ‘ndrangheta rimasto senza colpevoli, e ci accorgiamo che la piazza si è già quasi del tutto svuotata.

Rimangono piccoli capannelli di persone intorno a un tavolo dove distribuiscono fette di pane con salame, qualche giornalista con telecamera sulle spalle e microfono in mano, i tecnici ad allestire il palco per la kermesse pomeridiana, alcuni membri delle forze dell’ordine in posizione defilata, un paio di extracomunitari (a parte quelli alabardati di tutto punto dalle sigle sindacali non ne abbiamo visti tantissimi).

Decidiamo di andare via pure noi, non abbiamo voglia di aspettare il concerto.

Sulla strada ci accorgiamo di non discutere delle due ore appena trascorse nella città della piana: è l’amaro segnale di quello che, con ogni probabilità, resterà del primo maggio di Rosarno: tante belle parole, la poca partecipazione dei locali, la sensazione che nulla si è fatto ieri e troppo poco si farà domani per arginare le sacche di illegalità.

Soprattutto, il terribile pensiero che gli stranieri sono ritornati nei campi a raccogliere arance e mandarini, che la loro fatica sia aumentata mentre le tutele e le garanzie per cui si è voluto dimostrare finiranno presto nel dimenticatoio.

Riprendiamo...con delle scuse!

Devo delle scuse:
1. Ad Erminia, perché in un impeto di incontenibile fantasia ho cambiato il nome alle sue opere;
2 A Michele, perché distrattamente è partita una "i" al posto di una "l".
Di seguito il pezzo per Il Quotidiano riveduto e corretto, dedicato ai due fantastici e "pazienti" artisti nostrani.

FIOTI & FLOCCO al Masciari per Effetti d'Arte.

Catanzaro - Donne e migranti, le une di fronte agli altri, con in comune un quotidiano fatto di gioia e speranza, di solitudine e dolore. Sono temi importanti quelli scelti da Erminia Fioti, alias Phil Tes, e da Michele Flocco per il terzo appuntamento di Effetti d’arte, la mostra allestita nel foyer del cinema teatro Masciari di Catanzaro. Fioti ha presentato “Donne o l’insolenza”, una serie di dipinti e una installazione fotografica nelle quali indiscusso protagonista è il genere femminile. «È la realtà che conosco meglio e amo di più rappresentare in tutte le sue sfaccettature» racconta Phil Tes, alla sua seconda mostra al Masciari. Opere nuove, da Bambino fantasma a Desertificazione, da Liquida («Una donna che si scioglie per dolore o per passione») a Nero che avvolge («Il colore scuro può rappresentare un disagio, una forma di depressione; ma la luce sul ventre è l’occasione per rinascere che può venire solo dalla nostra interiorità»), fino a Il giardino incolto e Battesimo: tonalità forti e contrastanti che provocano una intensa emotività nello spettatore. I quadri sono accompagnati dalle fotografie realizzate dalla stessa Erminia e che rappresentano il quotidiano femminile, «sia quello personale, sia quello di altre donne colte in vari luoghi e situazioni della propria giornata». «Non solo autoscatti - aggiunge l’artista - ma pose simboliche, come le parti nude del corpo e le riprese “alla schiena” delle donne, o provocazioni, come le immagini di oche e galline». Michele Flocco ha tratto, invece, ispirazione da una tavola trovata sulla spiaggia con accanto delle scarpe abbandonate per ideare e realizzare “Migrantes”, un ciclo di parole e immagini dedicato appunto al mondo dell’emigrazione. “Si può essere migranti in ogni istante della nostra vita. Si può perdere ogni cosa in ogni istante della nostra vita. Ed allora si deve ricominciare, cercando altrove una opportunità di riscatto, di rivincita o di semplice speranza di vita”. Sono le parole di una delle poesie presenti nel foyer che meglio descrive il senso delle opere dell’eclettico artista cicalese. «Ho immaginato chi si sposta per bisogno, la difficoltà di un viaggio, la tristezza dell’abbandono ma anche l’accoglienza, il sogno e la speranza di un nuovo inizio - racconta Flocco -. Senza retorica, quello che sta succedendo oggi non è diverso da quello che hanno affrontato tanti italiani nel secolo passato». Si parte dai primi tre Migrantes, vale a dire dal quadro ispiratore, dal viaggio nel deserto e dalla traversata verso “la Merica”, per giungere a opere intense come Fondale del mare («Macchiato di sangue per le tante morti durante gli sbarchi») e Il viaggio («Una farfalla che nella sua breve vita cerca qualcosa che possa attirarla») fino a opere che rappresentano il Cristo ma non per questo sacrali come L’abbraccio («La pietà nell’addio tra Maria e Gesù») e Crocifissione («Il migrante ha sofferto un lungo calvario, viene sempre crocefisso»).


Bambino fantasma


Nero che avvolge


Il viaggio


Migrantes I