Chiusura col botto per il “Reggae Train Sun fest
News from Catanzaro, capoluogo della Calabria, provincia d'Italia, Cenerentola d'Europa, regione del mondo. Profondo Sud.
mercoledì 22 luglio 2009
Seconda giornata Reggae Train Sun fest 2009
Prima giornata Reggae Train Sun fest 2009
sabato 20 giugno 2009
Referendum elettorale: sì o no?
mercoledì 10 giugno 2009
Commento al voto in città
Un Pdl in salute, un Pd ridimensionato e l’Idv che conferma in città l’exploit nazionale: “Niente di nuovo sotto il sole” verrebbe da pensare snocciolando i risultati della tornata elettorale dello scorso fine settimana. Impegnati a scegliere solo chi mandare al Parlamento europeo, il primo dato che salta agli occhi è la scarsa affluenza alle urne degli elettori catanzaresi: il capoluogo è sotto di circa venti punti rispetto la media nazionale (43% a fronte del 65%), che tradotto significa 33mila votanti, ben 23mila in meno in confronto alle elezioni del 2008. I quali hanno confermato il trend emerso negli ultimi appuntamenti elettorali: il Pdl è il primo partito in città e pur perdendo qualche consenso rispetto le precedenti politiche (passa dal 44% al 39%), aumenta la forchetta rispetto al partito di Piero Amato e Agazio Loiero (il Pd raggiunge il 22%, ben 17 punti di differenza rispetto al Pdl). Un dato importante per gli azzurri del capoluogo che ambiscono non solo a riprendere la guida dell’amministrazione comunale (in pole position c’è sempre Michele Traversa), ma anche ad esprimere la candidatura a presidente della Giunta regionale (torna in auge il nome di Giancarlo Pittelli). Si afferma, quale terza forza, l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro, un partito che è riuscito a raccogliere tanti voti dei democratici delusi e che ha scommesso, e bene, su persone come Luigi De Magistris: quest’ultimo ha ottenuto da solo circa 3.800 preferenze, il secondo più votato dopo Berlusconi fermo a quota quattromila. Tanto da far dire a Marco Travaglio come il risultato di Catanzaro sia «uno dei più bei segnali che vengono inviati alla classe politica o a quello che ne resta». Chissà come “monetizzeranno” il successo gli uomini di Idv, visto che il partito non ha mai sfondato così tanto nel capoluogo e ora può contare su un importante 17% di consensi: alla prova del governo, il rischio è ripetere l’esperienza dei Radicali che ebbero un successo enorme alle europee del 1999 e oggi non ottengono neppure un seggio a Strasburgo. Un buon risultato l’ha ottenuto, invece, la coalizione che ha visto uniti
domenica 7 giugno 2009
Ma chi me l'ha fatto fare?
Ho svolto il mio dovere di bravo cittadino alle 21 circa di sabato. Con in mano tessera elettorale e carta d’identità mi sono recato, per la tredicesima volta, alla sezione numero 10 di via Tommaso Campanella: È dal maggio del 2001 che voto nella scuola dedicata al filosofo della Città del sole. “Chissà che opera realizzerebbe ai giorni nostri” penso tra me e l'unica cosa che mi viene in mente, con scarsa ironia, è «uTopia, il paese delle veline». Noto subito che nel cortile antistante l’istituto non c’è il solito capannello di persone che in altre circostanze avrebbe controllato, annotato, salutato e suggerito. In realtà non c’è proprio nessuno! Sarà l’ora, sarà il giorno (inizio weekend!), sarà che delle elezioni europee non importa più di tanto. Mi avvicino alla porta della mia sezione, la seconda sulla destra al pianterreno, non prima di aver superato la numero 9 e quella di fronte: in tutte le stanze, la sintesi è quanto avviene nel momento in cui solco la porta: cinque persone annoiate e in attesa, le quali hanno un sussulto di felicità alla mia vista: Un elettore! Finalmente! Dopo sei ore dall’apertura dei seggi, checché se ne dica, meglio guadagnarsele quelle poche centinaia di euro destinate a scrutatori e presidenti di seggio. Ha inizio il solito rituale: aspetto che mi controllino la tessera per verificare che il Mirko Vespertini stampato sopra corrisponda al nome indicato sulla carta d’identità. Quindi prendo la mia scheda (a noi meridionali tocca quella color arancione chiaro) e mi infilo nell’urna più vicina, segno una bella ics sul partito, scrivo la bellezza di tre cognomi, richiudo accuratamente il foglio, torno dal presidente a cui consegno il tutto, conservo carta d’identità e tessera elettorale, dico “Buonasera e buon lavoro” e vado via, destinazione mare. Prima di uscire incontro un conoscente, uno dei fortunati (?) scelti, selezionati, sorteggiati (boh!) per presiedere una delle sezioni: mano destra che sorregge la testa e gomito appoggiato all’urna alla quale si abbandona con tutta la parte superiore del corpo, sguardo annoiato, nell’immobilità della stanza e dei presenti, in un misto di auto compatimento tipico del sud e desiderio di parlare con qualcuno, riesce solo a dire: «Ma chi me l’ha fatto fare?».
mercoledì 20 maggio 2009
In qualcosa siamo primi...
martedì 19 maggio 2009
Cari compagni...
mercoledì 6 maggio 2009
Manera e Penoni (articolo per Il Quotidiano)
Catanzaro - L’amore, il sesso e, più in generale, il rapporto di coppia, sono stati i temi dell’esilarante spettacolo portato in scena da Leonardo Manera e Claudia Penoni al teatro Masciari di Catanzaro. Novanta minuti di risate tra gag, monologhi e canzoni, col duo accompagnato sul palco dal “factotum” Alessandro Carlà, impegnato alla pianola e agli effetti speciali. Manera è stato il mattatore («La crisi si sente: sulle cartine l’Italia non è più uno stivale ma un infradito» oppure «facevamo l’amore e mi chiamava Paolo, “Ma io sono Leonardo” le ho detto, e lei: “È un diminutivo!”);
Manera e Penoni al teatro Masciari (Foto)
Metti una domenica a Stalettì...
martedì 21 aprile 2009
La fiera della Giustizia.
martedì 7 aprile 2009
Prima dei "calci nel sedere" ...
domenica 29 marzo 2009
Pier Ferdinando Casini a Catanzaro
ALEGGIAVA aria di Democrazia cristiana durante il 3° Congresso cittadino dell’Udc tenutosi sabato scorso nella bella cornice del teatro Masciari di Catanzaro, alla presenza del leader nazionale Pier Ferdinando Casini. Aveva iniziato Mario Tassone, incitando la platea (non numerosissima, circa 250 persone) a «recuperare la storia dello scudocrociato, quella storia fatta di uomini liberi che hanno combattuto insieme importanti battaglie». Ha proseguito lo stesso Casini sfoderando i classici cavalli di battaglia del partito che fu di De Gasperi e Moro: prima parlando dei valori a cui deve ispirarsi l’azione politica dell’Udc («Dobbiamo difendere l’identità cristiana del paese, fa parte della nostra storia») e poi, in riferimento alla crisi economica, sostenendo che «il più importante ammortizzatore sociale in Italia sono le famiglie che usano i risparmi per aiutare i figli disoccupati o i parenti in difficoltà: riproponiamo, dunque, una seria politica familiare». Per il resto, la mattinata scivola via senza particolari annunci o colpi di scena: l’attesa è tutta per l’intervento del politico bolognese che concentra la sua relazione su temi quali la riforma costituzionale, la crisi economica, il federalismo fiscale. «Oggi prevale una idea di politica senza rappresentanza. Servono istituzioni più credibili e parlamentari in grado di difendere territori, principi e valori: un parlamento di nominati non ha alcun interesse a difendere le proprie prerogative e, soprattutto, non disturberà il manovratore. Occorre una idea diversa e noi siamo determinati a d influenzare la vita politica per i prossimi anni: ideologismi e dogmatismi hanno rovinato la politica» ha esordito Casini. Quindi, il ruolo dell’Unione di centro nel contesto istituzionale: «Se il comunismo e il fascismo non esistono più, che idea di libertà abbiamo? Il bipartitismo non è un elemento virtuoso della politica: avevamo proposto di elevare la percentuale di sbarramento, ridurre il frazionismo ma non ci piace l’idea di un uomo solo al comando» con chiaro riferimento al congresso del Pdl che ha celebrato la figura di Berlusconi. Sul momento di difficoltà economica, l’ex presidente della Camera ha le idee chiare: «La crisi c’è e il nostro ammortizzatore sono le famiglie. L’Italia è un paese grande perché composto per il 90% da un ceto medio che ci ha collocato nel novero delle potenze mondiali. Oggi, invece, in tanti stanno sconfinando nella povertà perché non è stata mai proposta una vera politica familiare. Sono le piccole imprese, i lavoratori non tutelati e i giovani i più in difficoltà per cui è necessario un nuovo patto generazionale. Vogliamo essere la forza politica che dice cose che possono dar fastidio: dall’abolizione delle province (ma se ci sono le elezioni ci candidiamo!) alla privatizzazione dei servizi essenziali fino alla riforma delle pensioni». L’Udc è stato l’unico partito che ha espresso voto contrario al Ddl sul federalismo fiscale: «Abbiamo detto no nel nome del principio dell’unità nazionale: si tratta di uno spot della Lega perché ancora non si conoscono le nuove funzioni che saranno assunte dagli enti locali, né la spesa complessiva del progetto. Non ci vergogniamo se ci accusano di voler difendere il Mezzogiorno anche se, in realtà, i nostri sforzi sono volti a tutelare il paese». Altro punto toccato da Casini, quello relativo al testamento biologico: «La legge sul fine vita è migliorabile ma abbiamo votato secondo coscienza: non si può utilizzare il diritto alla vita ad intermittenza permettendo tra l’altro ai medici di denunciare i clandestini: è primitivismo politico e stupidità perché aumenterà il racket della sanità e il rischio di epidemie tra la popolazione». Non mancano le bacchettate alla Sinistra, «incapace di quelle grandi scelte che avrebbero potuto ammodernare l’Italia: se continuano così, Berlusconi governerà per i prossimi dieci anni»; e sulla Regione Calabria, «un ente male amministrato la cui gestione è bocciata dalla gente comune: ci candidiamo per dare un concreto segnale di discontinuità».
Nota a margine: Tra i vari interventi, da sottolineare quelli del segretario regionale Francesco Talarico («Basta campanilismi, basta Catanzaro contro Lamezia, costruiamo una grande area al centro della Calabria») e di Mario Tassone («Il capoluogo s’impoverisce sempre di più: mettiamo da parte i quartierismi e la rivalità inutile con le altre città calabresi».
Sembra che i recenti riconoscimenti alla città di Reggio Calabria hanno risvegliato l’amor proprio dei politici catanzaresi.
Nota a margine (2): L’Udc, col senatore Antonio Fasson, ha proposto un emendamento, poi approvato, che ha cambiato il primo comma dell'articolo 4 del ddl sul biotestamento: precedentemente, per una modifica in commissione voluta dalla maggioranza, era stabilito che le Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) «non sono obbligatorie, ma sono vincolanti». L'emendamento approvato in aula ha soppresso le parole «ma sono vincolanti» rendendo pressoché carta straccia i Dat. Che Casini!
CU NESCI ARRINESCI
“Cu nesci arrinesci”. Chi abbandona la sua terra, è destinato al successo. Il suo coraggio sarà premiato e avrà una vita piena, ricca di soddisfazioni e libera dal bisogno. La verità è tanto evidente da essere divenuta proverbiale ed incastonarsi nella mente di generazioni di uomini e donne del meridione che, caricati i loro averi su navi ed aerei, hanno portato le loro vite verso le pizzerie, le miniere o le fabbriche dietro le cui insegne rosseggiava il sogno della terra promessa. Mai nessuno, né fra i partenti né fra coloro che restavano, si era mai interrogato sulla premessa che faceva da sfondo a questo proverbio e cioè come mai il partire fosse divenuto inevitabile, come mai la terra di origine non avrebbe ripagato i sacrifici né offerto frutti ai suoi figli affamati. Tutti l’accettavano, la premessa, così come si accetta un dogma di fede. Devono aver ragionato così anche alcuni miei parenti. Tutti partiti per inseguire il sogno americano. Uno si è fermato a Brooklyn, ha sposato una calabrese ed ha avuto due figli, cui ha imposto il nome dei nonni. Ogni tanto tornava a trovarci e allora si abbandonava ad un rancoroso elogio della distribuzione idrica americana. “Ancora cu i biduna siti? A me casa mi fazzu a doccia deci voti o iornu”. Un altro aveva aperto una pizzeria in New Jersey. Le foto ci parlavano di case e frigoriferi sempre più grandi. Eppure, il giorno che l’andai a trovare, mi venne a prendere con una Fiat 131 Supermirafiori. Quando gli chiesi il perché di quell’automobile, mi rispose che al momento di partire aveva giurato a se stesso che avrebbe guidato la migliore macchina italiana. Non la migliore in assoluto, pensai io, ma la migliore d’Italia. Ed ebbi piena contezza del perché nessun emigrante, seppur ricco, sarebbe mai stato realmente felice. Ma quale fenomeno, storico, sociale o economico era dietro la partenza dei miei zii? Chi aveva fatto sì che un siciliano o un calabrese venissero al mondo con il gene del migrante? Chi aveva inaridito una terra agognata dai greci e dagli arabi? A queste domande rispondono “I cumparielli”, i vivi personaggi creati da Walter Vespertini, un calabrese emigrato a Roma, le cui storie individuali, squarciando il velo della storiografia ufficiale, meritano di diventare memoria collettiva di ogni meridionale.
"I cumparielli" al teatro Masciari di Catanzaro.
Foto di Angelo Maggio - www.etnofotografia.com
Antonio Grosso (Antonio) e Maria Concetta Campennì (Michelina).
Da sx: Maria Concetta Campennì, Paolo Russo (Pietro), Caterina Mannello (Marianna),Arturo Versaci (Vitaliano) e Antonio Grosso.
Da sx: Alberto Canali (Il colonnello), Mario Taddeo (Il maresciallo) e Arturo Versaci.
mercoledì 25 marzo 2009
Cosa vrei scritto in fretta presso la redazione di un giornale sulla recete sentenza relativa alla Scuola di magistratura
domenica 15 marzo 2009
Festa di san Patrizio
Cari amici,
dopo il successo dello scorso anno Catanzaro si prepara a ricelebrare una delle più antiche feste popolari del mondo, il St. Patrick's day...
Presso il ristorante "A FURNACIA" (vicino il teatro politeama), dalle 22.00 in poi di Martedì 17 Marzo, tra litri di birra, trifogli, folletti e follette irlandesi, pellicole sulla questione irlandese e musica popolare dal vivo, si vivrà l'atmosfera tipica di una giornata celebrata in tutto il mondo...e poi durante la serata, a grande richiesta, riecco la seconda edizione della GARA DELLA BIRRA, anche quest'anno chi berrà il maggior numero di litri di birra bionda, oltre al "boccalone d'oro" che sarà custodito dal vincitore fino al prossimo anno, vincerà un volo per due persone ovviamente direzione Dublino.
VI ASPETTO...
un abbraccio,
Vincenzo
CI SAREMO, CI SAREMO....
5 marzo 2009 - Fare rete incontra Francesco Forgione
Vittorio (il prof) Mete, Fabrizio (Altracz) Scarfone.
L'intervento di Francesco Forgione.
«I vertici calabresi di Confindustria devono smetterla: dalla relazione annuale contro le mafie, risulta che nella nostra regione il potere economico ha denunciato solo per un misero 5%: anziché criticare quanto scritto sulle organizzazioni criminali locali, dovrebbero risolvere il grave problema di omertà che li affligge». Parole di Francesco Forgione, ex parlamentare di Rifondazione comunista ed ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, la cui ultima relazione è diventata il libro “’ndrangheta. Boss, luoghi e affari della mafia più potente al mondo”, edito da Baldini Castaldi Dalai. L’opera è stata presentata presso il centro polivalente di via Fontana Vecchia durante una serata organizzata dal gruppo di associazioni che aderiscono alla sigla Fare rete Catanzaro, alla presenza del sindaco Rosario Olivo, di assessori e consiglieri comunali, e di un pubblico attento e numeroso che ha seguito con interesse quanto raccontato dal professore catanzarese. «In un anno e tre mesi abbiamo realizzato più delle precedenti quattro commissioni antimafia in cinque anni» ha esordito Forgione, secondo cui «se è vero che la ‘ndragheta è stata spesso poco considerata, ultimamente l’impegno civile è stato tale da riaccendere i riflettori sul problema: basti pensare ai tanti convegni che si stanno susseguendo al nord, terra di conquista delle cosche meridionali». Il libro ripropone la relazione della Commissione «scritta con una struttura narrativa e un linguaggio tali da poter essere compresa dal grande pubblico - ha detto, ancora, l’ex parlamentare - e realizzata col contributo dell’opposizione: i giornalisti pensavano più alla presenza di Cirino Pomicino o Alfredo Vito, membri legittimamente nominati, piuttosto che all’unanimità con cui il documento è stato licenziato». Forgione ha, poi, spiegato che la relazione è ricca di metafore («si parla di mafia “liquida” e di organizzazione alla maniera di “Al Qaeda”»), e si racconta la nascita («il primo comune sciolto per mafia? Reggio Calabria nel 1869!»), l’evoluzione («Nettuno ha subito l’interessamento delle cosche di Guardavalle, ma anche Fondi e Bardonecchia sono finite sotto i tentacoli della ‘ndrangheta») e il possibile futuro del fenomeno; si fanno i nomi delle famiglie e la loro dislocazione sul territorio («con cui hanno un rapporto ossessivo: la lottizzazione della Salerno – Reggio Calabria è avvenuta in base ai luoghi di origine delle varie ‘ndrine»); sono riportate le vicende legate al porto di Gioia Tauro e alla sanità («a Vibo si muore perché la mafia controlla tutto, dal bar alle radiografie»). In conclusione, l’ex parlamentare ha invitato a non avere cadute di tensione, a stimolare il dibattito presso i partiti o le università, a chiedere di più dal giornalismo d’inchiesta, perché «la vera forza della ‘ndrangheta è il silenzio: dopo l’omicidio Fortugno e la strage di Duisburg, l’organizzazione criminale più potente del mondo è tornata ad operare, come sempre, sotto traccia». Il comitato spontaneo "Riprendiamoci Catanzaro" ha, quindi, consegnato a Francesco Forgione lo striscione con le firme dei partecipanti alla fiaccolata della legalità di martedì 3 marzo.
Il Pd sul federalismo fiscale
«Se non ci saranno segni tangibili di cambiamento rispetto quanto approvato al Senato, non avrà senso confermare l’apertura politica che abbiamo offerto alla maggioranza e potremmo deciderci per un voto contrario sul Federalismo fiscale». Lo ha detto Marco Minniti durante la conferenza stampa indetta a Catanzaro per presentare gli emendamenti che la deputazione calabrese proporrà alla Camera dove il disegno di legge delega approderà la prossima settimana. Accanto al parlamentare reggino c’erano Agazio Loiero, Cesare Marini e Caterina Corea, la neo eletta segretaria provinciale del Pd per il capoluogo, tutti consapevoli che si tratta di un percorso accidentato, sia per la disparità delle forze in campo col centrodestra in netta maggioranza, sia perché sul nord il partito di Franceschini non ha ancora trovato una vera sintesi. Lo ha ricordato lo stesso Loiero rispondendo indirettamente a Minniti: «Il federalismo fiscale è un processo inarrestabile, lo vuole la maggior parte degli italiani. Ora, quanto successo a causa dei recenti nubifragi è una perfetta metafora dell’Italia: un paese diviso in due con un partito nato per difendere una parte del territorio che ha raggiunto percentuali importanti e detta la linea del Governo». «Mi dispiace che la nostra gente non l’abbia capito - ha proseguito il governatore -. Sarà, comunque, difficile che il Pd possa esprimere un voto contrario perché i colleghi del nord avranno difficoltà a non votare il testo». Tutto, quindi, rimandato a martedì prossimo quando l’assemblea del gruppo deciderà la linea da seguire in aula. Resta, però, molto forte la critica nei confronti dell’Esecutivo, in particolar modo per come è stata gestita l’approvazione del provvedimento. «Innanzitutto, centralizzano la gestione della spesa togliendo potere alle regioni; poi, ogni qual volta occorre finanziare un nuovo progetto, tolgono qualcosa al Sud come accaduto con i fondi Fas» ha detto Marini che ha avuto il compito di illustrare il contenuto degli emendamenti: «Abbiamo proposto alcune affermazioni di principio per cui il federalismo è tale solo se prevede lo sviluppo dei territori arretrati; abbiamo chiesto che i servizi essenziali ai cittadini siano garantiti a prescindere dal rapporto dipendenti/popolazione, cosa che altrimenti colpirebbe i piccoli comuni calabresi; e poi, la rimodulazione delle accise per quanto riguarda le fonti di energia rinnovabile, anche in considerazione delle nostre due centrali idroelettriche; maggiore attenzione agli investimenti infrastrutturali di cui
LAVATI A MANO DI ERMINIA FIOTI alias PHIL TES
teatro Masciari “Lavati A Mano” di Phil Tes, dal 6 al 22 febbraio.
Pop recycle di Giorgia Boccuzzi e Niko Citriniti
Tetaro Masciari "Pop - Recycle", dal 13 al 28 gennaio 2009
“Pop-recycle” è il nome della mostra che ha inaugurato la stagione 2009 di "Effetti d'arte, prima e dopo lo spettacolo", la rassegna organizzata al teatro Masciari di Catanzaro che dà spazio ai giovani artisti locali. Protagonisti della collettiva che durerà fino al 28 gennaio prossimo sono i catanzaresi Niko Citriniti e Giorgia Boccuzzi. Niko propone una originale serie di opere ispirate dalla Recycle art, vale a dire alla trasformazione e all’assemblaggio di materiale di recupero, suggerendo nuovi utilizzi e spazi di sperimentazione. «Cerco di sensibilizzare la società “dell’usa e getta”, del consumismo aggressivo, che non produce nessun amore nei confronti di ciò che viene considerato solo un prodotto e mai un manufatto» dice. Interessanti le lampade, di diversa forma e composizione, alcune delle quali si sviluppano su manichini femminili, altre composte da lattine di birra fino all’abat-jour che ha per cappello uno scolapasta che disegna originali giochi di luce. Anche la plastica ha un ruolo di primo piano, dall’annaffiatoio giallo fino ai classici contenitori di liquidi tra cui spiccano alcuni utilizzati per contenere vino cinese. Le chicche sono l’appendiabiti realizzato con mani che spuntano dalla parete, il tavolino rivestito di tappi («Dalle birre alle bibite dei discount fino al più classico Crodino»), il bidone che si apre e nasconde al suo interno uno spazio sfruttabile come piccolo bar o per contenere uno stereo. Alla sua prima esposizione, Citriniti racconta che «i rifiuti sono il nostro specchio, sono le cose che non desideriamo più e l’indizio preciso di quello che abbiamo fatto o mangiato; sono un sintomo del nostro livello di civiltà e una spia del degrado del pianeta». Giorgia Boccuzzi, classe 79, propone pitture molto particolari ispirate alla Pop art; quadri dai colori forti e vivaci che traggono spunto dall’amore per Andy Warhol. «Prendo i soggetti delle mie opere dall’universo quotidiano, mi ispiro alle immagini che trasmettono i mezzi di comunicazioni di massa, dal cinema alla tv, li elaboro e li ripropongo sotto forma di fumetti». Sui muri campeggiano le facce di Arnold e John Travolta, il viso di Angelina Jolie e lo sguardo di Hugh Laurie (Il cinico dottor House), l’espressione di Salvador Dalì e il ballo di Bob Marley, i Beatles e una imponente e bellissima Naomi Campbell. Un rivisitazione molto particolare e ricca di fascino, realizzata miscelando sapientemente tecniche diverse, dall’acrilico al decoupage, e materiali differenti come foglie d’oro, scaglie di colori e brillantini. Dunque, una interessante fusione tra Pop art e Recycle art, pezzi unici che non lasceranno indifferente tanto il visitatore occasionale quanto l'appassionato.
Anche su youtube.com
mercoledì 18 febbraio 2009
A distanza di due mesi...
Immagini e parole, come direbbe altramaf!