sabato 24 maggio 2008

Ha detto Cyrano...

dal forum di Altracatanzaro.it:

"Trasmissione radiofonica su radio cz centro, chiedo a bruciapelo
all'assessore
(all'Urbanistica) Iaconantonio se è lecito aspettarsi dalla giunta coraggio nel difendere le proprie scelte, nella fattispecie l'isola pedonale.

Risposta: "se io vedo una porta chiusa, busso prima di entrare; i cittadini dovrebbero capire che i divieti si rispettano".

Incalzo, chiedendo se dal punto di vista giuridico oltre che di banale logica abbia un senso porre un divieto se poi mancano i MEZZI e la VOLONTA' per farlo rispettare.

Risposta:"i cittadini debbono comprendere la cultura della legalità".

Ultima, e conclusiva battuta, faccio notare che è una giunta davvero strana quella che non è in grado di fare rispettare un banalissimo divieto di transito/sosta.

Di fronte a questo...

Attualmente un modello di amministratore locale carismatico, efficente
e intelligente è il sindaco di Salerno,
(Vincenzo De Luca, Pd), in un recente sondaggio dato all'85% del gradimento: Salerno, per la cronaca, è l'unica città della campania a non avere per terra neanche un cicca di sigaretta.

In ultima analisi, vorrei che qualcuno mi spiegasse, se possibile, l'utilità e il senso della presenza del corpo di polizia provinciale, istituito da qualche anno, che oltre a pattugliare il parco dell'agraria mi sembra faccia nulla. "

Posti di lavoro, caro Cyrano e tanto, tanto consenso....

Ha detto Misiti...


Un duro j’accuse contro le recenti scelte del governo nazionale ma anche una richiesta di maggiore attenzione al governatore Loiero. Aurelio Misiti, segretario dell’Italia dei valori in Calabria, a margine di una riunione del Comitato direttivo regionale tenutasi presso la sede di viale De Filippis, ha incontrato i giornalisti per delineare i prossimi passi del partito e commentare gli ultimi eventi politici. Argomento principale, la notizia che per l’abolizione dell’Ici potrebbero essere utilizzati i fondi destinati da Romano Prodi alle infrastrutture di Calabria e Sicilia. «Ho già preavvertito i governatori delle due regioni del concreto rischio di isolamento in cui ci stanno, e ci stiamo, cacciando - ha esordito Misiti -. Prima la mancata nomina di un ministro, sottosegretario o presidente di commissione riferibile alla nostra terra; poi, il disimpegno economico dell’Esecutivo nonostante strade e ferrovie versino in condizioni disastrose. Spero sia chiaro a tutti quanto false fossero le promesse di Berlusconi in campagna elettorale e la scarsa considerazione di cui ormai gode la Calabria nelle alte sfere politiche». «Non è campata per aria la nostra posizione fortemente critica nei confronti del nuovo governo - ha proseguito - in grado di dare spazio e potere alla Lega nord e di ignorare completamente le istanze provenienti dal sud del paese». L’analisi si è, quindi, estesa ai risultati del voto locale («Ottima performance di Idv») ed alla necessità di un nuovo rapporto col governo regionale: «Non chiediamo assessorati o posti di sottogoverno ma poniamo due questioni, una politica e una programmatica. La prima è che in Calabria abbiamo fatto notevoli passi avanti e contiamo più della Sinistra arcobaleno: Agazio Loiero non può ignorarlo, anche per le vicissitudini interne che stanno caratterizzando il Pd. La seconda è la necessita di sederci intorno ad un tavolo per individuare due o tre temi forti su cui lavorare insieme per dare risposte concrete alla gente». Ecco, per Misiti, le problematiche da affrontare con urgenza: «Si discute ormai da mesi di Sanità senza trovare alcuna soluzione soddisfacente. Partiamo, allora, dalla relazione ministeriale che ha descritto il pessimo stato dei nostri ospedali e dei servizi che dovrebbero essere garantiti al cittadino; non ci limitiamo alle discussioni legate alla nomina di manager e dirigenti; allentiamo, con coraggio, la morsa della politica dal settore sanitario; lavoriamo per una Pubblica amministrazione efficiente, capace ed onesta a cui affidarne il controllo». Altro tema caro al partito “dipietrista” quello del rispetto delle regole: «Abbiamo già presentato sette proposte di legge sulla sicurezza, un tema su cui auspichiamo la più larga convergenza possibile; lavoriamo per una Scuola della legalità che coinvolga i calabresi onesti e isoli le bande criminali». «In caso di ascolto e di soluzioni concrete, non avremo difficoltà a sostenere Agazio Loiero e a chiederne, magari, la ricandidatura - ha concluso Misiti -. Deve, però, essere altrettanto chiaro che senza novità di rilievo, non esiteremo ad una opposizione dura e ad organizzare una grande convention popolare per ascoltare chiunque sia rimasto insoddisfatto della politica regionale e per decidere il da farsi».

mercoledì 21 maggio 2008

Catanzaro in musica...




DOPO tre anni di assenza torna “Rockin’n’Rollin”, il concorso di musica rock al quale parteciperanno gruppi provenienti da tutta la regione.
La kermesse, organizzata dall’associazione culturale studentesca Arché in collaborazione con la cooperativa Nuova Ipotesi, si svolgerà il 28 maggio prossimo presso la saletta Blu del teatro Masciari. «Nonostante le difficoltà economiche e il poco tempo a disposizione, siamo riusciti a costruire una serata che mancava ormai da troppo tempo - ha detto Aldo Ferrara, uno degli organizzatori. - Tra l’altro, per problemi tecnici, è stato cancellato il consueto appuntamento con le selezioni del Pistoia Blues Festival ma tanta è la voglia di musica a Catanzaro che abbiamo deciso di fare lo stesso qualcosa». A contendersi il primo premio di 600 euro saranno i locali “Ulteriore secondo”, gli “Scarma” di Mammola, i “Katrina Saviors” di Lamezia Terme, i “The Blast” di Cosenza e i “Last Revenge” di Crotone. La giuria che decreterà il gruppo vincitore sarà, invece, composta da Sandro Scerra, musicista calabrese già organizzatore di Asproblues; Riccardo Mottola, deus ex machina del Diagonal jazz di Catanzaro; Roberto Interdonato, dj rock e dai chitarristi Angelo Nifosì e Beppe Sanzi. Lo spettacolo sarà impreziosito da opere e videoinstallazioni realizzate da artisti locali come Fred Maida, Tommaso La Vecchia, Romano Gallo, Marco Parentela e Ehab Halabi Abo Kher. «Lo spirito è quello di dare spazio ai gruppi emergenti del nostro territorio, o, meglio ancora, a persone che nonostante una pregressa esperienza si ripresentano in progetti musicali assolutamente nuovi e originali, soprattutto di qualità» è stato il commento di Andrea Pizzi, presidente di Arché. «Il lavoro di questi ragazzi è encomiabile perché sono riusciti a programmare una iniziativa unica nel suo genere e con grande spirito di sacrificio, visto che si tratta di un impegno volontario: da parte nostra, e per quanto è possibile, ci sarà sempre la massima disponibilità» ha concluso Andrea Ferrara, direttore generale del teatro Masciari. L’ingresso è gratuito ed è fissato per le ore 20 e 30, orario in cui sarà possibile visionare le installazioni degli artisti; un’ora più tardi inizieranno le esibizioni delle band che avranno a disposizione venti minuti ciascuna. La giuria sancirà, quindi, il gruppo vincitore al quale sarà consegnato il premio in denaro. Sponsor e patrocinatori della serata sono l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Catanzaro, la Camera di Commercio, Confindustria e Mc Donald’s.

martedì 20 maggio 2008

Il Quotidiano, 20 maggio 2008

IL PRESIDENTE regionale del Pd, Doris Lo Moro, dà il via all'assembleasottolineando «l'attesa eccessiva per una riunione su cui si sonoconcentrate attese esagerate». Eppure l'incontro non ha deluso leaspettative tant'è che il dibattito che segue l'intervento di MarcoMinniti, viene aggiornato per dare voce ai tanti che hanno chiesto diparlare. La prima ad intervenire è Maria Infelise: «Bisogna darseguito ad un progetto valido anche se è stata tradita la promessa dilarga partecipazione e di una leadership collegiale». Per Pino Soriero«la gente ha tanta voglia di discutere ma ha difficoltà a capire ilmomento di particolare complessità che stiamo vivendo: occorre fare dipiù». Spirito positivo e di rilancio per Mario Oliverio che rifugge«dall'idea di un grande partito teso ad accartocciarsi su sé stesso:l'autosufficienza non è una scelta strategica, non imbocchiamo laderiva nazionale del partito leaderistico». I primi scrosciantiapplausi li becca Mario Muzzì che pur apprezzando l'intervento diMinniti avrebbe voluto più severità:«L'etica politica impedisce diindividuare le responsabilità? Era difficile organizzare una assembleaprima della composizione delle liste? Tutti abbiamo perso le elezioni;ora dobbiamo cercare l'unità nella diversità ed evitare compromessi difacciata». Altri applausi per Antonio Acri nel momento in cui presentala mozione d'ordine. Clelia Badolato, l'unica ex Margherita a prenderela parola, si domanda se «è utile addebitare la sconfitta al solosegretario regionale; con due o tre nomi in più in lista il risultatonon sarebbe cambiato». Tocca, quindi, a Marilina Intrieri l'affondopiù pesante nei confronti del segretario: «Minniti ha quasi preteso diesserlo e le sue scelte hanno svilito i territori. A lui èaddebitabile la decisione di non candidare me e Pietro Fuda doponeanche due anni di legislatura: saimo noi, però, che ci confrontiamocon le difficili realtà regionale». Le risponde a tono Sergio Iritaleche predica «oggi più che mai, calma ed equilibrio, soprattutto daparte di chi è poco credibile quando parla in nome del Pd». «Stiamoattenti - dice il presidente della provincia di Crotone - perchèqueste discussioni non sono utili per nessuno». Seguono gli interventidi Rita Commisso, secondo cui «non serve dividersi perché il progettoè apprezzato da tanta gente»; e di Rossana Neri, che ricorda di essere«mamma di due figli piccoli ai quali la società non garantisce unasilo pubblico: come può una donna impegnarsi in politica?». Sale,poi, sul palco Sandro Pincipe e in poche battute cattura la platea:«Assisto ad un pessimo spettacolo, non degno di un grande partito,aperto e innovativo. Il problema è la povertà di contenuto dellaproposta: a chi parliamo? quali cuori facciamo battere? quali cervelliragionare? Siamo intellettualmente presuntuosi, non riusciamo aprendere neanche un caffè con la gente comune». La conclusione suscital'approvazione del pubblico: «non siamo più ex Ds o ex Margherita;siamo un partito nuovo, difendiamo con i denti gli enti locali, dalcomune più modesto al centro popoloso: solo così riusciremo ariconquistare il paese». «Non mi iscrivo tra quelli che immaginano unPd già morto» esordisce, invece, Nicola Adamo. «Apprezzo il discorsodi Marco - dice - quando sottolinea le criticità e le potenzialitànecesseraie alla creazione del Pd». «L'identità del gruppo dirigentesi misura sul progetto che vogliamo proporre: dobbiamo lavorare per unpartito popolare, federale, autonomo ma capace di pesare a Roma. Come?Partiamo dall'idea della Calabria che vogliamo costruire, indichiamoalle nuove generazioni dove vogliamo approdare». «Senza sottovalutare- dirà infine Adamo - la partecipazione di Minniti al governo ombra,da considerare non un impedimento quanto una opportunità per tuttinoi». E' la volta di Agazio Loiero che intravede «una solagiustificazione per quello che è successo in campagna elettorale: leelezioni ci sono piombate addosso come un uragano». Il Governatore nonsi nasconde dietro un dito, evidenzia «i problemi che ci sono e lecollusioni che vanno approfondite; ma il partito deve andare avanti».Inevitabile l'accenno alla formazione delle liste («Non si puòspazzare via quanto realizzato in termini di ascolto, coinvolgimentoe attenzione per il territorio; va bene promuovere il nuovo ma bisognasaperlo costruire»), ai rapporti col segretario («Ho sempre sperato,con sincerità, che Minniti diventasse ministro del governo Prodi»), eall'organizzazione del partito («Abbiamo bisogno di regole,soprattutto nella delicata fase di transizione che stiamoattraversando»). Le ultime parole sono di riconciliazione: «Lavoro,impegno, pazienza e attitudine all'ascolto: solo così riusciremo avenirci incontro. Abbiamo scelto la strada della Politica, dobbiamopercorrerla fino in fondo».

Fratelli cortelli....

Assemblea regionale del Pd al nuovo auditorium del seminiario "S.Pio X" di Catanzaro.
Ci si aspettava una resa dei conti e le attese non sono state deluse. Il tutto, comunque, è stato rinviato al 9 giugno. In serata (appuntamento alle 15 e chiusura dei lavori alle 21 e 30) approvato, con fatica, un documento unitario col quale si dà fiducia - nonostante tutto - al segretario regionale Marco Minniti ma si lavorerà per il rinnovo di tutte le cariche tranne, per ora, proprio quest'ultima. Brusii, fischi e urla hanno accompagnato la relazione di Minniti, soprattutto dalle ultime fila dove erano seduti i delusi della prima ora (Bruni, Pirillo, Sculco). Acri - applaudito - presenta una mozione e critica prima il segretario («poco vicino alla Calabria e ai calabresi»), poi la presidente Doris Lo Moro(«disattesi gli accordi taciti per cui né assessori né consiglieri comunali avrebbero potuto candidarsi»). Acceso faccia a faccia tra Marilina Intrieri che ha attaccato frontalmente Minniti («si è quasi imposto come segretario, le sue scelte hanno penalizzato i territori») e Sergio Iritale («ci sono persone poco credibili che parlano in nome del Pd, la Intrieri due anni fa fu imposta da Fassino nonostante a Crotone fossimo tutti contrari»). Segue parapiglia con la prima che tenta di controbbattere avvicinandosi al microfono tra i "buuuuh" della platea e parlando di nuove indagini nei confronti di Iritale; quest'ultimo che si avvicina al banco della presidenza chiedendo che venga tolta la parola alla "ex compagna". e ancora, Franco Laratta che balza dalle prime file e caccia il microfono all'oratrice; Nicola Adamo che spunta all'improvviso da dietro alcune tende gridando tutto il prorpio sdegno. Che bagarre! Poi torna la calma, il presidente richiamerà formalmente la Intrieri, e gli interventi potranno proseguire. Il più applaudito? Sandro Principe. Bel discorso, riesce a toccare le corde giuste dei delegati. Ne parlo di sopra.

sabato 10 maggio 2008

Raggiri d'Italia?

Il Giro d’Italia è uno di quegli avvenimenti utili per verificare lo stato di salute di una città e dell’amministrazione che la governa. A Catanzaro, ancora una volta, l’evento (qualunque esso sia) diventa momento di rivalsa, una opportunità da non perdere per realizzare qualcosa. Dalla cronaca degli ultimi giorni esce fuori il solito leit-motiv: scontrosi e polemici, inetti e superficiali, viviamo in una comunità incapace di pensare, progettare e fare le cose per il proprio bene e guardando al futuro. La carovana rosa, che farà tappa in città il prossimo 13 maggio, ha infatti innescato una serie di interventi interessanti gran parte del territorio cittadino: strade asfaltate, aiuole curate, guardrail rinnovati e muri puliti per una centro che ha deciso in fretta e furia di rifarsi il look. Legittime, allora, alcune domande ai nostri rappresentanti, sempre più avulsi dalla vita di tutti i giorni. Perché aspettare il grande evento per effettuare lavori di semplice manutenzione come tappezzare una buca o sistemare una fioriera? Perché realizzare le cose ammantando la mancanza di fondi quando poi, invece, i soldi ci sono, vengono spesi e pure velocemente? Cosa dire ai residenti di quartieri completamente abbandonati a se stessi? Intanto abbiamo scoperto un nuovo termine, “deaffissione”: iniziativa organizzata dall’iperattivo assessore al Marketing, Roberto Talarico, e dal redivivo assessore all’ambiente Lorenzo Costa. Il neologismo indica la pulizia dei muri dai manifesti abusivi (curioso: tra quelli da levare anche la pubblicità dell’assessorato al Turismo sulle “Vetrine in rosa”) e dai scarabocchi. “Finalmente!”, verrebbe voglia di dire. Peccato, occorre aggiungere, aver dovuto aspettare tanto. Ma per evitare nuove lordure, avranno seguito le poche denunce contro i committenti delle pubblicità illegali? Giusto per sapere quanto rimarranno puliti gli spazi. Un accenno, infine, alla gestione dei lavori stradali. L’Anas si è resa protagonista di una alacre attività di pavimentazione, segnaletica orizzontale, pulizia del bordo strada, demolizione di sovrappassi. Attività che hanno interessato, come detto, un po’ tutta la città, da Germaneto fino a Catanzaro lido. Nonostante le comunicazioni preventive e gli avvisi, però, e tranne lodevoli eccezioni (tipo la bitumazione di piazza Matteotti), la società di manutenzione ha pensato bene di svolgere le proprie operazioni esattamente nelle ore di punta, nei momenti in cui il traffico cittadino, già esplosivo, raggiunge l’apice, paralizzando ulteriormente la viabilità. E allora, è mai possibile che non uno dei nostri amministratori, assessori o consiglieri, sia in grado o abbia pensato di rivolgersi all’Anas per chiedere loro di effettuare i lavori di notte come in tutte le altre località d’Italia? Se la cosa non è fattibile, per quale assurdo motivo? L’impressione, non esaltante, è quella di una amministrazione che ha perso di vista la tutela dei cittadini e che ha come scopo principale la propria sopravvivenza politica. Se le cose stanno così, è ora di cambiare registro.

Max Russo!


Il Giro d’Italia ritorna a Catanzaro dopo anni e rappresenta una ghiotta occasione per rilanciare uno sport che vanta migliaia di appassionati in tutto il paese ma gode di scarsa considerazione proprio nel sud dello stivale. Non è raro incontrare cicloamatori percorrere le strade della nostra Calabria, corridori che nei ritagli di tempo cavalcano la loro bici per emulare i Cunego, i Bettini, i De Luca di turno. Massimiliano Russo, 30 anni, catanzarese di nascita ma bolognese di adozione, è uno di quelli che corre «per puro divertimento e per stare a contatto con la natura». Un emblema di quei tanti sportivi locali amanti delle due ruote e pronti, nei ritagli di tempo, a indossare tuta, guanti e caschetto per macinare chilometri. «La passione è nata a 15 anni, quando papà mi comprò la prima bici da corsa - racconta -. Le prime volte percorrevo, al massimo, il tratto Catanzaro città - Catanzaro lido: adesso mi diverto ad arrivare fino in Sila». Massimiliano spiega bene i sacrifici che occorrono per praticare il ciclismo a certi livelli: «Già io mi alleno tutto l’anno, faccio dai 5.000 a 10.000 km in base al tempo a disposizione. È uno sport dove non si può improvvisare nulla, chi va in bici lo sa: occorrono concentrazione, carattere, caparbietà e determinazione. Pensa a dover partire dal lungomare di lido per arrivare in Sila, se non ci sei con la testa non arrivi». Il giovane corridore è riuscito a togliersi qualche soddisfazione partecipando alla sua prima gara agonistica, la “Dieci colli di Bologna”: «è stata durissima, eravamo circa 3 mila atleti provenienti da tutta Italia. Sono soddisfatto perché ho completato i 158 km del tracciato in un tempo dignitoso». Russo a Bologna è riuscito a realizzare quello che non ha potuto fare nella sua città natale: «Quando sono partito ero un ragazzino, non sapevo neanche cosa fossero l’UISP o l’UCI. Oggi non conosco la realtà di Catanzaro, non so se sono presenti gruppi sportivi con atleti che partecipano alle gare di fondo che si organizzano tutti gli anni nelle varie regioni italiane tipo la Maratona delle Dolomiti, o la Nove colli di Cesenatico dedicata a Marco Pantani». Massimiliano ricorda bene il Giro d’Italia del 1996, quando il traguardo era a piazza Prefettura: «C’era un fiume di gente che aspettava l’arrivo dei corridori ed io ero in prima fila per gustarmi lo spettacolo. Mi accorsi, però, che nessuno riconosceva i ciclisti, eppure era l’anno dei Gianni Bugno e Mario Cipollini. Mi auguro che oggi le cose siano cambiate e ci sia più partecipazione». Il corridore catanzarese ne approfitta per lanciare un appello all’assessore allo sport della nostra città: «Perché non organizzare un appuntamento annuale con una “gran fondo” che faccia parte del calendario dell’UISP? Arriverebbero migliaia di atleti da tutta Italia e sarebbe una gran bella pubblicità per la nostra città: abbiamo percorsi spettacolari e le montagne della Sila non hanno proprio nulla da invidiare all’Appennino bolognese».

mercoledì 7 maggio 2008

Conseguenze di aprile...

Il voto di aprile ci ha consegnato alcuni dati tanto semplici quanto ricchi di implicazioni e significati. Il primo è rappresentato dalla limpida vittoria di Wanda Ferro alle consultazioni provinciali: con oltre ottantamila voti, circa un migliaio in più rispetto a quelli che Michele Traversa incassò al ballottaggio del 2004, la Ferro ha scongiurato il pericolo astensione ottenendo un risultato inimmaginabile fino a qualche settimana fa. La donna che per la prima volta ricoprirà l’incarico di presidente della Provincia di Catanzaro e che ha individuato nel voto giovane e trasversale il proprio punto di forza, è ora chiamata ad un compito, comunque, non facile: governare un territorio piuttosto bizzoso e insofferente (al secondo turno più della metà degli elettori ha preferito non votare col record negativo di Lamezia Terme); dirigere una coalizione variegata e ricca di “primedonne” (anzi di “primiuomini”, vista la composizione al maschile del Consiglio); gestire l’incertezza della politica nazionale ove c’è chi spinge per la riduzione, se non per l’eliminazione, degli enti intermedi e chi, invece, ne auspica il potenziamento. Il tutto in un contesto in cui restano forti e drammatici i problemi di sempre come la disoccupazione, la criminalità organizzata, il clientelismo e il malfunzionamento della macchina pubblica. Alla neopresidente, dunque, si chiede non solo e non tanto di continuare il lavoro iniziato dal suo predecessore quanto di imprimere all’azione di governo una impronta personale, dimostrando autonomia di giudizio e maturazione politica e promuovendo quei valori professati con tanta verve in campagna elettorale (spazio al merito e alle capacità dei singoli, rispetto della legalità, innovazione tecnologica, stop alla politica dei favori, coinvolgimento delle nuove generazioni).
Il secondo dato che merita di essere trattato è la sonora sconfitta rimediata dal centrosinistra. Agazio Loiero prima e Pierino Amato poi hanno assistito, forse un po’ troppo inermi, ad una disfatta che sembra avere radici profonde e su cui è necessaria una altrettanto profonda riflessione. Le Politiche hanno rivelato una regione spostata a destra in coerenza col resto d’Italia. Ma il recente esito elettorale è qualcosa di più, un cartellino giallo sventolato in faccia al governo regionale, non trasformatosi in rosso per il solo fatto che non era in gioco la carica di governatore: dilapidato il 60% dei consensi conquistato nel 2005, i calabresi sembrano decisamente critici nei confronti dell’attuale amministrazione, nonostante le sirene del federalismo fiscale e il gran lavoro profuso per la programmazione europea.
Amato, invece, è reduce da una doppia sconfitta: non solo come candidato presidente, ma anche in qualità di coordinatore cittadino del Pd. E se era difficile ipotizzare commenti di dispiacere, anche in considerazione del prestigioso ed economicamente generoso paracadute rappresentato dalla carica di consigliere regionale, le parole del candidato democratico, all’indomani della debacle, non sono state neanche lontanamente di autocritica: «Abbiamo pagato il trend nazionale … non abbiamo avuto il tempo per far comprendere il nostro messaggio … politiche e amministrative hanno consegnato uno scenario che non rispecchia pienamente la realtà e sul quale pesano troppi eventi a noi sfavorevoli». Eppure le cose non stanno esattamente così: basti pensare ad alcune roccaforti del centrodestra, come Udine, Sondrio e Vicenza, passate agli avversari o la conferma, non scontata, alla provincia di Roma. Il discorso è più complesso di quello che si vuol far credere: il partito di Veltroni a Catanzaro e provincia non ha sfondato; è gestito secondo logiche “vecchie” non solo e non tanto per l’età dei dirigenti (a rappresentare il “nuovo” erano spesso Rosario Olivo, Donato Veraldi, gli stessi Loiero e Amato) ma per mentalità e carriera; non apre ai giovani e alle donne, ai lavoratori e alle associazioni, agli imprenditori: insomma, a quelle forze vive della società che si affacciano, per la prima, volta alla politica. In casi del genere ci si aspetterebbe una presa di coscienza e un atto di responsabilità da parte dei vertici del Pd, magari un dignitoso ritiro di chi ha perso. Sembra, invece, che nessuno sia intenzionato a pagare per la pesante sconfitta di aprile; anzi, il clima che si respira è quello dell’ennesima resa dei conti in cui ad uscirne con le ossa rotte finirà con l’essere, ancora una volta, l’elettorato di centrosinistra. Il rischio, concreto e pesante, è l’impossibilità di incidere in un partito che se rimarrà chiuso nelle proprie certezze sarà destinato a essere opposizione per un lungo periodo di tempo.
Massimo Calabrese